Il periodico geovista La Torre di Guardia del 15 settembre 1972 affermava: «ha dunque Geova un profeta per avvertire dei pericoli e per dichiarare cose avvenire?… Chi è questo profeta? Questo profeta non fu un uomo ma un gruppo di uomini e donne. Fu il piccolo gruppo dei seguaci delle orme di Cristo Gesù, chiamati Studenti Biblici internazionali. Oggi si chiamano cristiani testimoni di Geova.»
Dal canto suo, la Bibbia attesta: “…poiché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti…” (Matteo 24:24); “…non fatevi chiamare “condottieri”… ” (Matteo 23:10) [“cristi” è un termine greco che significa UNTI: i Testimoni di Geova sono forse l’unico, tra i movimenti religiosi alternativi, ad attribuire ai propri vertici (specificamente al cosiddetto Corpo Direttivo) il ruolo di “cristi”, di “profeti” e di “condottieri” o guide].
I Testimoni di Geova sono convinti che la Società Torre di Guardia sia l’unica organizzazione religiosa voluta e approvata da Dio. Quando qualcuno prova a mettere in dubbio questa affermazione, rispondono che “non esiste un’organizzazione migliore!” Accertiamoci, in base ai fatti incontestabili e alle stesse pubblicazioni edite dalla predetta Società, se queste affermazioni corrispondono al vero.
La rivelazione progressiva
L’invenzione più geniale del Corpo Direttivo è stata senz’altro quella della cosiddetta “rivelazione progressiva”, detta anche “luce progressiva”. Grazie a questa dottrina gli ignari Testimoni di Geova, già ingannati perché non sanno che quella che usano non è la “vera” Bibbia, si “bevono senza fiatare” ogni cambiamento delle dottrine del Corpo Direttivo e i continui fallimenti delle “profezie” sul “tempo della fine”. Ciò che fino al giorno prima era considerato “Verità” assoluta, saldamente basata sulla Bibbia, al punto che qualunque Testimone di Geova l’avesse messa in discussione sarebbe stato immediatamente disassociato, e quindi distrutto da Geova, di punto in bianco non è più “Verità”, e diventa “apostata” chi adesso volesse rimanere fedele alla “Verità” precedente (viene spontaneo chiedersi: quante “Verità”, secondo logica, possono esistere? ma per i dirigenti di Brooklyn anche la logica è un optional).
Nel corso della sua breve storia il Corpo Direttivo ha indotto i Testimoni di Geova a credere tutto e il contrario di tutto: un giorno bianco, un giorno nero. Le dottrine ritenute “Verità” dai primi Testimoni di Geova (noti come Studenti Biblici) sono così diverse dalle attuali, che oggi, se uno sostenesse le idee di C.T. Russell (considerato dai suoi seguaci lo “Schiavo fedele e discreto” per mezzo del quale Geova aveva finalmente rivelato la “Verità” e liberato il suo popolo prigioniero di “Babilonia la grande”), sarebbe oggi considerato un pericoloso “apostata”, e addirittura sostenitore di dottrine sataniche! (Russell, ad esempio, credeva che le misure della “Grande Piramide di Giza” fossero ispirate da Dio, e da queste aveva ricavato gran parte della sua “cronologia biblica”! (vedi La Torre di Guardia del 15 febbraio 1958 in cui ne viene fatto cenno in una piccola nota).
Non è un caso che gli scritti dei due primi moderni “profeti di Geova” (C.T. Russell e J.F. Rutherford) vengono accuratamente nascosti, e non sono per prassi disponibili agli attuali Testimoni di Geova. Questo costituisce un caso unico, in quanto ogni movimento o corrente di pensiero ritiene fondamentali gli insegnamenti del suo fondatore: forse che un edificio può rimanere saldo e sicuro se si fonda su fondamenta instabili?
Pertanto, poiché per la grande maggioranza degli attuali Testimoni è impossibile o estremamente difficile andare a verificare direttamente qual era la “Verità” insegnata dalla Società Torre di Guardia 60 o 100 anni fa, faremo alcuni esempi di “rivelazione progressiva”, relativi alla storia più recente, le cui pubblicazioni sono disponibili a tutti:
– La Torre di Guardia del 1° agosto 1997, in un articolo di studio intitolato “Serviamo lealmente con l’Organizzazione di Geova“, contiene a p. 12 queste considerazioni: “Per contro nei tempi moderni il popolo di Geova si è dimostrato leale quando ci sono stati cambiamenti. Man mano che la luce della Verità rivelata si fa più fulgida, vengono fatti degli aggiustamenti. (Proverbi. 4:18) Di recente lo “schiavo fedele e discreto” ci ha aiutato a raffinare il nostro intendimento della parola “generazione” usata in Matteo 24:34 [vedi La Torre di Guardia del 1° novembre 1995], e del tempo di giudizio delle “pecore” e dei “capri” di cui si parla in Matteo 25:31-46 [vedi La Torre di Guardia del 15 ottobre 1995], come pure della nostra veduta sul servizio civile. (Matteo 24:45) [vedi La Torre di Guardia del 15 agosto 1998]. Sicuramente alcuni apostati sarebbero stati ben felici se molti testimoni si fossero attenuti rigidamente al precedente intendimento su questi argomenti e si fossero rifiutati di progredire. Non è successo nulla del genere. Perché? Perché i servitori di Geova sono leali.”
Se il Corpo Direttivo di Brooklyn non fosse sicuro che i suoi Testimoni sono stati ormai ben condizionati ad accettare passivamente qualunque cosa [“persuasi a credere” come dice la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture in II Tim. 3:14], non avrebbe sicuramente il coraggio di scrivere queste cose. Vediamo perché:
– In precedenza tutti i Testimoni di Geova dovevano credere che prima che fosse passata la generazione che ha visto gli avvenimenti del 1914, sarebbe venuta la fine. Questo è ciò che si doveva predicare di casa in casa e a tutti i parenti e conoscenti.
– Un’altra dottrina fondamentale era che l’opera di predicazione geovista serviva a separare le persone simili a “pecore” da quelle simili a “capri”.
– La terza è che i giovani Testimoni non potevano fare né il servizio militare né quello sostitutivo civile, pena l’allontanamento! Migliaia di giovani sono finiti così nelle carceri: in molto casi, soprattutto nei paesi non democratici, sono rimasti in carcere per anni e sono stati anche sottoposti a torture. In molti casi hanno perso il posto di lavoro, rovinando le famiglie ecc.
Con un “colpo di spugna” e come se niente fosse successo, il Corpo Direttivo ci informa che:
– Il concetto di “generazione” è adesso simile a quello che insegnano le Chiese della “Cristianità”.
– Il giudizio sulle “pecore” e sui “capri” è ancora futuro, come hanno sempre insegnato i “Credo” delle religioni cristiane tradizionali, e quindi tutta l’opera di predicazione di casa in casa finora svolta è stata sostanzialmente inutile nell’ottica della “separazione” descritta in Matteo 25:31-46!
– La posizione sul servizio sostitutivo civile è quella che hanno sostenuto da anni le altre Chiese, con buona pace di chi ha sofferto inutilmente per seguire insegnamenti umani!
Pertanto, adesso, i Testimoni di Geova devono condividere, su queste dottrine, quello che hanno sempre creduto gli “apostati” della cristianità! Come se non bastasse, il Corpo Direttivo “imbroglia pure le carte”, sostenendo che gli “apostati” sarebbero contenti se i Testimoni di Geova rimanessero fedeli alle precedenti dottrine che, non dimentichiamoci, erano state rivelate da Geova al suo “schiavo fedele”, e che permettevano di distinguere i suoi “veri adoratori” da quelli della cristianità, cioè di “Babilonia la grande”. Ora, invece, si dice che i fedeli Testimoni di Geova che vogliono rimanere leali, non devono seguire gli “apostati” – i quali vorrebbero che essi rimanessero fedeli alle precedenti dottrine rivelate da Geova – ma devono seguire la “nuova luce” che li avvicina… alle dottrine di “Babilonia”!
C’è solo da provare una grande compassione per la grande maggioranza di persone sincere e perbene che vi sono tra i Testimoni di Geova, le quali vengono così spudoratamente circuite da questa Organizzazione americana.
“li riconoscerete dai loro frutti“
Tanti insegnamenti inventati dal Corpo Direttivo, sempre spacciati come volontà di Dio, sono costati molto cari a diverse persone!
Abbiamo già accennato a quei giovani che hanno sofferto in carcere, e alcuni sono stati sottoposti anche a torture, perché la Società Torre di Guardia sosteneva che il servizio civile sostitutivo di quello di leva non poteva essere accettato da un Testimone di Geova in quanto, essendo “un sostituto” del servizio militare, allora aveva il suo stesso valore: infatti, per le guide di Brooklyn, “dirette da Dio” (c’è da chiedersi quale dio!), “sostitutivo del servizio militare” voleva dire “al posto del servizio militare” e, quindi, era come se fosse la stessa cosa! Peccato che la cronica incoerenza dei Vertici geovisti ha impedito loro di accorgersi prima che, per quanto riguarda i “sostituti del sangue”, veniva usata un’altra logica: infatti questi “sostituti”, pur essendo “al posto del sangue”, sono sempre stati accettati!
In fondo, ai Testimoni di Geova poteva andare anche peggio, il Corpo Direttivo avrebbe potuto non accettare più nemmeno i sostituti del sangue, per usare lo stesso principio del servizio militare, invece, fortunatamente ha adeguato “l’intendimento” del servizio civile a quello del sangue. Alla faccia, comunque, di tutti i giovani Testimoni che hanno sofferto inutilmente! Anche in questo caso, è cambiato l’intendimento della Società, nessuno del Corpo Direttivo si è degnato di chiedere scusa per le inutili sofferenze provocate ai giovani Testimoni e alle loro famiglie, addirittura la responsabilità è stata rimessa agli stessi Testimoni che, come dice La Torre di Guardia del 15 agosto 1998, “hanno avuto l’impressione di aver sofferto inutilmente“.
Riporto alcune frasi significative: “Nel passato alcuni Testimoni [in realtà decine di migliaia di giovani in età di leva] hanno sofferto per non aver voluto partecipare ad attività che ora la coscienza [leggi: l’Organizzazione geovista] permetterebbe di compiere. Per esempio, forse anni fa hanno fatto una scelta [in realtà era un obbligo pena la “dissociazione”] del genere in relazione a certi tipi di servizio civile. Ora un fratello potrebbe pensare che in coscienza avrebbe potuto svolgerli senza violare la sua neutralità cristiana nei confronti del sistema di cose attuale [in altre parole, senza essere dissociato]” (p. 17; i commenti tra parentesi sono aggiunti). Quest’articolo presenta i fatti da una prospettiva molto particolare, inducendo nel lettore l’idea che i singoli Testimoni avessero la possibilità di scegliere la condotta da seguire mentre, in realtà, era richiesta l’ubbidienza assoluta alla Società, pena la dissociazione (esclusione)!
La proibizione del servizio civile smilitarizzato era una regola umana, non una legge divina; è interessante, quindi, notare come si esprime La Torre di Guardia: “E’ stata forse un’ingiustizia da parte di Geova [!] permettere che [il Testimone] soffrisse per aver rifiutato ciò che ora potrebbe fare senza conseguenze?” (par. 7). Queste parole danno l’impressione che sia Dio il responsabile delle sofferenze! (Cfr. Giacomo 3:1) In realtà, le Scritture indicano chiaramente che è doveroso ubbidire alle Autorità, quando queste chiedono qualche tipo di servizio ai cristiani. (Matteo 5:41; Romani 13:7; Tito 3:1; 1 Pietro 2:13,14) Le “opere buone”, di cui si parla nella Epistola a Tito, possono includere il servizio in strutture umanitarie dedite ad aiutare le persone che soffrono. Quando il giudice chiedeva ai giovani Testimoni di Geova perché non fossero disposti a prestare il servizio civile sostitutivo in un ospedale, in un istituto per handicappati ecc., essi dovevano rispondere: “perché sarebbe un compromesso“. Nessuno dei Testimoni di Geova era in grado di spiegare chiaramente in cosa consistesse tale “compromesso”: sapevano solo che questo era il punto di vista dell’Organizzazione, quindi, obbedivano ciecamente!
Come può ora La Torre di Guardia definire una “scelta” la condotta seguita, quando invece non era consentito decidere secondo coscienza? La Torre di Guardia prosegue: “Perché mai si dovrebbero rammaricare di aver seguito la propria coscienza [?!] assumendo una ferma presa di posizione a favore di Geova? Sostenendo lealmente i principi cristiani così come li comprendevano [leggi: come li comprendevano i vertici del Movimento] o ascoltando la voce della coscienza (?!) si sono mostrati degni dell’amicizia di Geova” (par. 7). Traducendo dal “linguaggio geovese” del Corpo Direttivo, ciò significa: “Perché mai si dovrebbero rammaricare di aver ubbidito all’Organizzazione in merito a quella che essa riteneva fosse la volontà di Dio, sapendo che il non farlo avrebbe comportato la dissociazione? Sostenendo lealmente le convinzioni del Movimento e ubbidendo alle sue direttive, è vero che hanno rinunciato al libero esercizio della propria coscienza e sono finiti in galera, ma sono tuttavia rimasti nell’Organizzazione!”
Un altro esempio, ancora più tragico, è quello relativo ai trapianti: nella Torre di Guardia del 1° giugno 1970 viene narrata l’esperienza di un giovane che, dovendosi togliere un rene benché funzionante (per problemi legati all’arteria renale), nega ai medici il consenso a donare l’organo a un altro giovane i cui reni avevano smesso di funzionare. Il suo rene finì, quindi, tra i rifiuti! Un esempio estremo di egoismo e di totale assenza di amore per il prossimo? No! Per la Torre di Guardia, al contrario, è un esempio di alta moralità, approvato da Geova, che tutti i veri cristiani dovrebbero seguire! Il motivo? La spiegazione la troviamo nella Torre di Guardia del 15 marzo 1968 che forniva il consueto “cibo spirituale” spiegando che:
– il trapianto è un atto di cannibalismo!
– un atto del genere costituisce mancanza di rispetto e di apprezzamento per la creazione di Dio;
– un trapianto impedisce a un cristiano di avere una coscienza pura dinanzi a Dio.
La Svegliatevi dell’8 dicembre 1968 rincarava la dose spiegando che nei trapianti di cuore era implicato anche lo “spiritismo”! Come se non bastasse, la Torre di Guardia del 15 agosto 1971 spiegava che il cuore non è una semplice pompa, come credono gli scienziati che sono condizionati dalla “sapienza satanica del mondo”, ma è la sede letterale della coscienza, per cui, se un Testimone avesse ricevuto, ad esempio, il cuore di un “Cattolico”, la sua personalità sarebbe cambiata! Queste affermazioni sembrano incredibili e possono anche far sorridere, ma dimostrano qual è il livello culturale di questa gente che si è arrogata la pretesa di fornire agli altri il “cibo spirituale”.
Ma un bel giorno, zitta zitta, come se niente fosse successo, la Torre di Guardia del 1° settembre 1980, sotto forma di una risposta a una “domanda da un lettore”, spiegava: “alcuni cristiani potrebbero pensare che introdurre nel proprio corpo organi di altri uomini sia cannibalismo… ma in realtà non c’è alcun comando biblico che vieti di introdurre nel proprio corpo tessuti di un’altra persona“.
Questo vuol dire non avere nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità dei propri errori (che, in questo caso, non sappiamo con esattezza quante vite umane sia costata)! In più i Testimoni di Geova, già vittime per aver magari perso una persona cara a causa del rifiuto di un trapianto, vengono pure “presi in giro” dal Corpo Direttivo che – servendosi di una domanda, alquanto improbabile, da un lettore (sarebbe come se oggi un Testimone scrivesse ai vertici del Movimento chiedendo se è vero che i cristiani non possono ricevere trasfusioni di sangue: è ovvio che nessuno si sognerebbe di fare una domanda del genere!) – rispondeva: “ALCUNI potrebbero pensare…”, mentre in realtà, fino al giorno prima della pubblicazione di quel numero della Torre di Guardia, rifiutare i trapianti (come oggi le trasfusioni) era considerata una legge di Geova, a cui TUTTI dovevano obbedire, pena la disassociazione!
All’indomani di questa “nuova luce”, ironia della sorte, fu proprio una bambina di otto anni, figlia di Testimoni di Geova, la prima fanciulla in Italia a ricevere un trapianto di cuore (cfr. Corriere della Sera del 6 gennaio 1986). Questa bambina sarebbe probabilmente morta senza il trapianto. Cosa avrebbero pensato i suoi genitori se La Torre di Guardia, con il “nuovo intendimento”, fosse stata pubblicata il giorno dopo che la loro bambina sarebbe morta per aver rifiutato il trapianto in nome di Geova? Cosa avrebbero provato questi coniugi, se i genitori della bambina donatrice del cuore (che, precisiamo, erano “persone del mondo” e quindi, per il Corpo Direttivo, meritevoli di distruzione) avessero risposto come il giovane Testimone di Geova, che gettò via il suo rene invece di donarlo a un altro?
Solo perché un manipolo di vecchietti a Brooklyn aveva deciso che quella era “legge di Dio”, quante persone sono morte nel frattempo? e ora, confidando nel fatto che ormai la maggior parte dei Testimoni di Geova accetta tutto passivamente, il Corpo Direttivo dice, a chi magari ha perso una persona cara per aver rifiutato un trapianto, che quella non era una legge di Dio! Sei tu che hai capito male, caro Testimone! Tuo figlio o tuo padre è morto? Affari tuoi!
Si può immaginare una morale più lontana dall’Amore insegnato da Cristo?
Da notare, inoltre, che inizialmente, nel 1963, i trapianti rientravano nel novero delle questioni di coscienza lasciate alla decisione personale del Testimone (cfr. La Torre di Guardia del 15 marzo 1963) in quanto “non pare vi sia implicato alcun principio scritturale“; nel 1968 si sostiene l’esatto contrario e infine (?) nel 1980 si ritorna alla posizione iniziale! Altro che “luce progressiva”!
Ma quello che è moralmente più grave, è sostenere che tali continui cambiamenti dottrinali, alla luce soprattutto delle tragiche conseguenze, possano essere voluti da Dio: ciò equivale a una bestemmia!
Un’altra invenzione dottrinale dello “Schiavo fedele” geovista, che è costata “incidentalmente” la vita a qualche donna e a qualche neonato, la troviamo nella Torre di Guardia del 15 dicembre 1962, p. 763, che distribuiva il solito “cibo spirituale”, spiegando che i Testimoni (in questo caso le Testimoni in particolare) non potevano sottoporsi a sterilizzazione volontaria, non solo come metodo contraccettivo, ma anche nel caso in cui fosse in pericolo la vita della madre! Ma poi La Torre di Guardia del 1° ottobre 1975, p. 605, annunciò che, in caso di pericolo di vita, si poteva effettuare la sterilizzazione, ma permaneva il divieto di ricorrervi come metodo contraccettivo. Finita qui? NO, successivamente, nella Torre di Guardia del 1° maggio 1985, si spiegò che il controllo delle nascite è una questione privata “dato che le scritture greche cristiane non forniscono indicazioni esplicite sull’argomento“.
Ora i Testimoni di Geova si chiedano: è Dio che ha cambiato idea? No, perché le Scritture non sono cambiate! Come si può allora dichiarare una dottrina saldamente basata sulle Scritture, e qualche anno dopo affermare il contrario? L’intendimento “sbagliato” è stato ispirato da Dio? Quante vittime innocenti ha provocato quest’altra veduta umana spacciata per volontà divina? Che fiducia si può avere di queste guide e delle loro attuali dottrine oggi spacciate per volontà di Dio?
La fantasia del Corpo Direttivo non ha limiti, ed è arrivata a mettere il naso persino nei rapporti coniugali. Siccome anche queste vedute sono “ovviamente” state guidate da Dio, se ne deve dedurre che il Corpo Direttivo evidentemente pensa che Dio sia una sorta di “guardone”. In questo esempio, infatti, si raggiunge il grottesco e il ridicolo, ma purtroppo non c’è molto da ridere in quanto, a causa di questo altro “cibo spirituale”, molti rapporti coniugali sono stati rovinati e tante famiglie sono state nel frattempo distrutte.
La Torre di Guardia del 15 maggio 1973, infatti, affermava che determinati tipi di rapporti sessuali tra coniugi andavano considerati “innaturali” e rientravano nel concetto di fornicazione. Pertanto, se un coniuge avesse insistito con l’altro per avere questo tipo di rapporti, l’altro avrebbe potuto divorziare. Nel 1978 (cfr. La Torre di Guardia del 1° marzo 1978) questa dottrina fu ribadita, anzi rafforzata, in quanto praticamente quasi tutti i tipi di rapporti tra coniugi, tranne quello “standard”, sono considerati “fornicazione”, e quindi valido motivo di divorzio. Inutile dire che queste affermazioni erano “saldamente fondate sulla Bibbia”, in particolare derivavano da Rom.1:24-27. Tuttavia, dopo appena 5 mesi, il precedente “cibo spirituale” era già scaduto! Infatti, La Torre di Guardia del 15 luglio 1978 informava i Testimoni che “la Bibbia non stabilisce nessuna regola al riguardo” e che le pratiche che prima erano state definite “gravemente innaturali“, ora venivano definite “insolite“, e non costituivano atti di “fornicazione” e, come tali, motivo di disassociazione o di divorzio!
Ma ai Testimoni di Geova che sono stati disassociati con la grave accusa di immoralità o di apostasia (nel caso in cui avessero ritenuto che la scrittura di Rom.1:24-27 non c’entrasse nulla con i rapporti coniugali) il Corpo Direttivo ha forse chiesto scusa? Chi ripagherà i danni dei rapporti coniugali rovinati e delle famiglie distrutte dai divorzi fatti, nel frattempo, in nome di Geova?
Purtroppo per i Testimoni, il Corpo Direttivo ha avuto un altro ripensamento e nel 1983 i rapporti sessuali che prima erano definiti “insoliti” adesso sono diventati “pervertiti”, anche se non costituiscono motivo di disassociazione, tranne nel caso che uno “incoraggiasse”, tra i fratelli, questo tipo di relazioni!
Come se questo non bastasse, il Corpo Direttivo, nel suo estremo legalismo religioso, è riuscito a superare anche i bizantinismi più eccessivi, arrivando a livelli paradossali. Un esempio? Mentre, come abbiamo visto, i rapporti “innaturali” nell’ambito del matrimonio costituivano per il Corpo Direttivo atti di “fornicazione”, e quindi motivo di divorzio; nel caso in cui una moglie avesse scoperto che il proprio marito aveva rapporti omosessuali, non avrebbe potuto divorziare in quanto, per il Corpo Direttivo, la “fornicazione” (in cui venivano compresi i rapporti “innaturali”) che permetteva al coniuge di divorziare, si applicava solo nell’ambito del matrimonio! Per cui la povera Testimone doveva tenersi il marito infedele ed omosessuale e non era autorizzata a divorziare, mentre avrebbe dovuto divorziare se il marito, fedele, avesse avuto con lei stessa un rapporto “diverso”! Se questo “intendimento” non avesse causato veri drammi famigliari, ci sarebbe veramente da ridere: neanche nelle commedie si sarebbe potuto concepire una situazione più assurda di questa! La cosa era talmente assurda che persino il Corpo Direttivo se ne rese conto, anche se impiegò sei mesi per comprendere quello che avrebbe compreso immediatamente anche la persona più ignorante di questo mondo, e senza avere la pretesa di essere il “canale di Dio”. Infatti, La Torre di Guardia del 1° giugno 1973, p. 350, smentendo quanto affermato categoricamente solo pochi mesi prima riguardo al significato del termine fornicazione, vi includeva adesso anche l’omosessualità. Ancora una volta, però, il Corpo Direttivo non ammetteva il proprio errore, ma afferma come al solito: “molti hanno compreso che fornicazione …si riferisce solo ai rapporti…coniugali“. Si attribuiva così a generici e indefiniti “molti” quella che, invece, era la precedente interpretazione del Direttivo geovista!
I Testimoni di Geova pensano ingenuamente che nei cambiamenti dottrinali del Corpo Direttivo ci sia almeno una “luce progressiva”, ma in realtà più che di luce progressiva si dovrebbe parlare di “luce intermittente”, e ci sarebbe pure da ridere, se questi cambiamenti non influenzassero, con conseguenze anche tragiche, la vita di troppe persone.
Abbiamo già menzionato l’esempio dei trapianti in cui si è tornati alla posizione di “partenza” (vittime a parte), ma vi sono molti altri esempi di “luce intermittente”, ve ne proponiamo alcuni:
– “l’angelo dell’Abisso” di Rivelazione 9:11 venne identificato da Russell con Satana (Studi sulle Scritture, vol. 7° p.159), da Rutherford con Geova e successivamente con Cristo (Quindi è finito il mistero di Dio, p. 132);
– Alla domanda se gli uomini di Sodoma saranno risorti, così ha risposto nel tempo l’Organizzazione geovista:
SI (Russell – L’Aurora del Millennio, vol. I)
NO (La Torre di Guardia ed. inglese del 1° febbraio 1954, p. 85)
SI (La Torre di Guardia del 15 agosto 1965, p. 491)
NO (La Torre di Guardia del 1° giugno 1988)
SI (Potete vivere per sempre… , p. 179)
… siamo in attesa della prossima “illuminazione”! Ogni ulteriore commento viene lasciato al lettore…
Ci chiediamo: la rivelazione progressiva, così come viene intesa dal Corpo Direttivo, è un insegnamento basato sulla Bibbia?
Nella Torre di Guardia del 1° giugno 1982, p. 29, si cercano di giustificare i continui mutamenti dottrinali ricorrendo al sistema dialettico della “tesi, antitesi e sintesi”. Quello che non viene spiegato ai Testimoni di Geova è che questo non è certo un insegnamento biblico, ma è un sistema di pensiero filosofico! Questo, però, non può essere detto, perché in altre parti si continua a condannare la sapienza del mondo, in quanto “demonica” (tranne quando essa viene abbondantemente usata dal Corpo Direttivo, ma i fedeli Testimoni non lo devono sapere, ecco perché si è sempre scoraggiata l’istruzione superiore! – Cfr. La Torre di Guardia del 1° gennaio 1983; Svegliatevi! dell’8 febbraio 1967 e del 22 gennaio 1988).
La Torre di Guardia del 1° aprile 1999 mette in guardia dai manipolatori di pensiero con un articolo dal titolo alquanto significativo: “Chi modella il vostro modo di pensare?” Con una sorta di sofisma (giusto per non disprezzare la filosofia del mondo!) l’articolo distingue, non si capisce in base a quale criterio, i “manipolatori della mente” (che sarebbero tutti gli altri) dai “persuasori onesti”, che sarebbero i vegliardi del Corpo Direttivo. I Testimoni di Geova sono invitati, pertanto, a lasciarsi persuadere da queste guide, perché è la Bibbia stessa che lo dice! Infatti, in II Timoteo 3:14 c’è scritto che il buon Timoteo è stato persuaso a credere… o no? Se andiamo a vedere l’originale, leggiamo: …le cose che hai imparato e di cui hai acquistato certezza… [o “sei pienamente convinto”]. Si tratta, in ogni caso, di un atteggiamento mentale attivo e non passivo come vorrebbero i “persuasori” di Brooklyn!
Dio, tramite la Bibbia, parla singolarmente a ognuno di noi! Gesù dice: se rimanete nella mia parola sarete miei discepoli e conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi (Giovanni 8:31-32), mentre La Torre di Guardia del 1° maggio 1999, in un articolo sul tema della Libertà e della Verità, dice in sostanza che Libertà e Verità possono essere dispensate solo dal Corpo Direttivo, che ha dimostrato di essere una guida onesta. Sul valore di questa affermazione non occorre fare ulteriori commenti in quanto abbiamo esaminato sufficienti elementi di valutazione! Abbiamo visto che il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova prende molto dalla “filosofia del mondo” che, a parole, dice di criticare, mentre in realtà l’Organizzazione geovista appare strutturata secondo un modello elaborato dal filosofo Platone: quello del Mito della Caverna con cui il filosofo voleva illustrare la differenza tra falsa e vera conoscenza.
I Testimoni di Geova e il problema del sangue
Tra gli insegnamenti geovisti, quello sicuramente più conosciuto è il rifiuto delle trasfusioni; infatti, secondo i Testimoni di Geova, la legge di Dio non le permette. Spiegano, inoltre, che le trasfusioni sono pericolose, e quindi il loro rifiuto è ragionevole anche dal punto di vista medico.
Occorre preliminarmente distinguere l’aspetto medico da quello biblico; quest’ultimo, come ammettono gli stessi Testimoni di Geova, è per loro il più importante.
Dal punto di vista medico, indubbiamente le trasfusioni non sono esenti da rischi, anche se attualmente i rischi sono veramente minimi, sia perché, grazie al progresso delle tecniche chirurgiche si fa sempre meno ricorso alle trasfusioni, sia perché il sangue è sottoposto a controlli sempre più accurati e a tecniche che inattivano eventuali virus che fossero “sfuggiti” ai controlli. Pertanto, in quei casi in cui il ricorso alla trasfusione diventa necessario, o quantomeno è il metodo che garantisce le maggiori probabilità di guarigione, un eventuale rifiuto espone a rischi molto maggiori che non la trasfusione stessa. Sono morte molte più persone (soprattutto Testimoni di Geova) per aver rifiutato le trasfusioni che non per averle ricevute! Tuttavia, poiché i Testimoni di Geova sostengono che il problema principale è il rispetto della “legge di Dio”, esamineremo ora la questione dal punto di vista biblico.
Benché La Torre di Guardia del 1° febbraio 1973, p. 86, spieghi che fin dagli anni Quaranta Dio rivelò la sua volontà riguardo all’uso del sangue, in realtà questa “volontà” divenne “legge” per tutti i Testimoni di Geova solo a partire dal 1961 (cfr. La Torre di Guardia del 15 luglio 1961); da allora, chi si fosse sottoposto volontariamente a una trasfusione, sarebbe stato disassociato.
Il principale testo biblico che i Testimoni di Geova propongono a sostegno della loro posizione è Atti 15:28-29: “…che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli (più precisamente “dalla carne sacrificata agli idoli”), dal sangue, dagli animali strangolati e dalla fornicazione“. Dopo aver citato questo versetto, in genere i Testimoni di Geova aggiungono: “Astenersi vuol dire NON ASSUMERE AFFATTO, infatti se un medico dicesse a un paziente di non assumere alcool, è ovvio che ciò significherebbe non solo che non lo dovrebbe bere, ma neanche se lo potrebbe iniettare per via venosa!” Questo è il classico esempio proposto dal Movimento e apparentemente sembra logico, peccato che non sia in armonia con la Bibbia: il Corpo Direttivo fa (volutamente) confusione tra “mangiare” e “nutrirsi”. Ma, come si può verificare su un buon vocabolario della lingua italiana, i due verbi indicano azioni diverse. Nutrirsi non sempre implica il mangiare (mentre il mangiare implica sempre il nutrirsi). Facciamo un esempio: “mangiare ossigeno” porta a una malattia chiamata “aerofagia”, mentre nutrirsi di ossigeno (tramite la respirazione e il sangue) sostiene la vita. Forse che Dio non conosce la differenza tra mangiare e nutrirsi? È impensabile! Anche nella lingua ebraica vi sono termini diversi che indicano il mangiare (akal) e il nutrirsi (gadal). Dio vietò di “mangiare” il sangue ma non di “nutrirsene”. Si potrebbe obiettare che a quei tempi non esisteva la possibilità di fare trasfusioni (nutrirsi di sangue), ma lo stesso geovismo riconosce che già gli Egizi praticavano le trasfusioni e quindi Mosè ne poteva senz’altro essere a conoscenza! Dio, quindi, avrebbe potuto dire: “non nutritevi di sangue”, il che avrebbe escluso anche le trasfusioni, invece disse: non “mangiate il sangue”, il resto è stato aggiunto… da Brooklyn.
Valutiamo, invece, il brano di Atti alla luce del contesto, come dovrebbe essere sempre fatto da chi intende studiare seriamente la Parola di Dio. Anzitutto, vediamo che questa decisione fu presa dal “Concilio di Gerusalemme”, radunatosi per risolvere il problema sorto tra i Giudei e i Gentili divenuti cristiani: provenendo da due culture profondamente diverse, pur essendo divenuti cristiani, essi avevano ancora una sensibilità troppo diversa ed erano ancora spiritualmente immaturi; ad esempio, i farisei convertiti al Cristianesimo si turbavano perché i pagani convertiti non osservavano la legge di Mosè (vedi versetto 5). Nel tentativo di trovare un compromesso, che rispettasse la sensibilità di tutti, si arrivò a questo accordo: i pagani convertiti dovevano almeno evitare le pratiche menzionate nel versetto 29, ma non di più, per non turbare la loro sensibilità (Atti 15:19, “Perciò io ritengo che non si debba turbare gli stranieri che si convertono a Dio“). Tali disposizioni, quindi, non hanno un valore “legalistico” e universale per tutti i cristiani, anche quelli di oggi, come intendono superficialmente i Testimoni di Geova, ma vanno valutate alla luce di quanto spiegò Paolo ai Corinzi in particolare nel capitolo 8: infatti uno dei “divieti”, riportato in Atti 15:29, era quello di “astenersi dalla carne sacrificata agli idoli”, ma Paolo spiega che i Cristiani dovevano evitare di mangiare queste cose solo se il mangiarne poteva offendere la sensibilità di quelli che erano ancora troppo condizionati dalla legge mosaica (vedi anche Romani 14:15). In realtà, per i Cristiani non vi è alcun obbligo assoluto di attenersi a tali prescrizioni! Se, come insegna il Corpo Direttivo, la raccomandazione di Atti 15:29 di “astenersi” da cose come il sangue e la carne sacrificata agli idoli, dovesse essere interpretata come un divieto assoluto e valido per sempre, sarebbe assurdo che Paolo stesso violi questo divieto e addirittura dica che i Cristiani possono mangiare la carne sacrificata agli idoli da cui, sempre in Atti 15:29, è detto di “astenersi”. Vedi anche I Corinzi 10:25-33.
Più genericamente la nostra fede NON può dipendere da quello che mangiamo o non mangiamo (vedi Romani 14:3 e 14:23). Quella dei Testimoni di Geova è una concezione ancora “legalistica” della religione e non “spirituale” come ha insegnato Gesù, e come si è sforzato di chiarire ulteriormente (evidentemente senza riuscirci per tutti) l’apostolo Paolo!
Paolo, come abbiamo visto, non si attiene rigidamente al decreto di Gerusalemme, proprio perché quelle erano disposizioni provvisorie, legate a quel particolare momento. Questo è confermato ulteriormente dal fatto che l’Apostolo, pur di evitare di turbare le coscienze dei farisei convertiti, compì un rito di purificazione nel tempio (Atti 21:20-26). La sottomissione di Paolo a quel rito, ormai inutile per i Cristiani, è messa in relazione al “decreto di Gerusalemme”, e fa capire ancora meglio i veri motivi per cui gli apostoli e gli anziani presero quella decisione. Paolo offre infatti, ancora una volta, con il suo comportamento, un esempio di comprensione e di tolleranza (e quindi di amore per il prossimo), che è l’unica “legge”, non scritta sulla carta ma nei cuori, che deve applicare il vero Cristiano.
Paolo e gli anziani di Gerusalemme evidenziano chiaramente la necessità di dimostrare empatia verso i Giudei che erroneamente erano ancora attaccati alla legge mosaica, e che non avevano ancora raggiunto la maturità spirituale per comprendere il valore dell’insegnamento che Paolo aveva dato ai Corinzi.
I Testimoni di Geova, con la loro visione dogmatica e legalistica, dimostrano di trovarsi ancora sulla posizione dei farisei prima della conversione, cioè all’opposto del vero messaggio e dell’insegnamento cristiano.
Quanto sopra esposto sarebbe più che sufficiente per dimostrare che il rifiuto delle trasfusioni da parte dei Testimoni di Geova è solo frutto di una lettura superficiale della Parola di Dio, ma vi sono altri aspetti da considerare.
Le disposizioni di Atti 15:29 sul sangue, sulle carni sacrificate agli idoli ecc. richiamano, come abbiamo accennato, la legge mosaica esposta in Levitico capp. 17 e 18, e in Deuteronomio. Le norme riguardanti il sangue sono, a loro volta, applicazioni di principi che risalgono addirittura a prima di Mosè, e si trovano nel libro della Genesi (9:4-6). Tali principi, infatti, furono impartiti da Dio per reprimere le atrocità commesse dai pagani, i quali uccidevano uomini e animali per procurarsi il sangue per i loro riti. Ma se si legge attentamente, l’obbligo di versare il sangue è in relazione alla morte dell’animale. Nel caso dell’uomo, Dio chiedeva conto del sangue versato per l’omicidio.
Comunque, se non si stronca la vita di nessuno anzi, al contrario, si salva la vita di qualcuno, sarebbe assurdo che Dio considerasse questo un “assassinio”, certamente non lo farebbe il Dio di Gesù! In altre parole, il medico che si procura il sangue da un donatore, non uccide il donatore! Perciò “Geova” non può richiedere la vita di nessuno, perché nessuna vita è stata stroncata, al contrario una vita è stata salvata!
I Testimoni di Geova sostengono, invece, ingenuamente che Dio proibisce di mangiare il sangue perché il sangue simboleggia la vita, e questa è preziosa agli occhi di Dio. Per far comprendere meglio questo, dicono, Dio vieta di “mangiare” il sangue. Questa affermazione sembra ragionevole, tuttavia chiediamoci: può il simbolo avere maggiore valore della realtà che simboleggia? È evidente che lasciare morire una persona, privandola di una trasfusione, qualora necessaria, per rispettare il simbolo della vita, è una palese assurdità!
Un esempio può aiutare a comprendere meglio: infatti, sarebbe come se un uomo ritenesse l’anello matrimoniale (che simboleggia il matrimonio) più importante del matrimonio o di sua moglie stessa, e quindi, posto di fronte all’alternativa fra il sacrificio di sua moglie o quello dell’anello nuziale, decidesse di sacrificare la moglie! Un esempio biblico – rilevante per capire che per Dio la difesa della vita viene prima del rispetto per il suo simbolo – è dato da quanto narrato in I Samuele 14:31-34, quando gli Ebrei, per necessità, mangiarono la carne insieme al sangue. Nonostante il re Saul definisse questo comportamento un peccato contro Dio, fu sufficiente un semplice sacrificio riparatore. In questo caso Dio non applicò la sua legge (Levitico 17:10 e 3:17), che condannava a morte chiunque mangiasse sangue, perché ovviamente per un Dio d’Amore conta più salvare la vita dei suoi figli che rispettare una norma. Purtroppo, non la pensano così (non per autonoma scelta di coscienza) i genitori Testimoni verso i loro figli in quei casi in cui è veramente necessaria una trasfusione! In questo caso, in ospedale i medici sono costretti a far intervenire un “giudice” per… far applicare il principio dell’Amore di Dio!
Come se tutto questo non bastasse, la dottrina sul sangue del Corpo Direttivo è intrinsecamente contraddittoria in quanto, da una parte, vieta la trasfusione di plasma, dall’altra, consente l’utilizzo separato dei suoi maggiori componenti: l’albumina, le immunoglobuline (sieri), i fattori della coagulazione, senza dimenticare che il 93% del plasma è acqua! Inoltre, il Corpo Direttivo proibisce arbitrariamente l’infusione di leucociti, pur non essendo questi specifici del sangue, in quanto si trovano ad esempio nel latte materno, in quantitativo maggiore a parità di volume! Per quanto riguarda i componenti “permessi”, le disposizioni del Corpo Direttivo corrispondono a quelle di un medico che vietasse a un paziente di mangiare un panino con prosciutto e formaggio, ma gli permettesse di mangiare separatamente il panino, il prosciutto e il formaggio!
Queste evidenti assurdità, in realtà, hanno una motivazione: se il Corpo Direttivo vietasse i sieri, i suoi missionari e i sorveglianti viaggianti non potrebbero avere l’autorizzazione a recarsi in diversi Stati, dove è richiesta obbligatoriamente la sieroprofilassi, per distribuire la “letteratura” della Società o visitare le filiali!
Ma il massimo dell’ipocrisia si è toccato con il compromesso fatto con lo stato bulgaro: il 13 marzo 1998, davanti alla Commissione Europea dei diritti dell’uomo, i rappresentanti dell’Organizzazione geovista, pur di ottenere il riconoscimento giuridico in Bulgaria, si sono impegnati ad accettare il diritto di libertà di scelta, riguardo alle trasfusioni, per i Testimoni di Geova bulgari e per i loro figli, “senza alcun controllo o sanzione [disassociazione] da parte dell’Organizzazione“!
Caratteristiche del geovismo
L’ideologia geovista è legata a una visione precristiana del rapporto con Dio, tipica dell’ambiente veterogiudaico. Del messaggio spirituale di libertà proposto da Cristo, i Testimoni di Geova non hanno colto granché. Per cui, a rigore, il geovismo non dovrebbe essere annoverato tra i movimenti alternativi di matrice cristiana, ma semmai di orientamento giudaico, come ad esempio gli Esseni o, per molti aspetti, i Farisei. I Testimoni di Geova, infatti, sono ancora strettamente legati alla legge di Mosè, non tanto in quanto ai precetti, ma proprio nel modo di intendere la religione: e cioè il tipico modo “legalistico”, e non “spirituale”, di rapportarsi con Dio.
La legge di Mosè (con il concetto di “legge” applicato alla religione) costituisce infatti solo il primo gradino nella direzione di un rapporto tra uomo e Dio. Si potrebbe fare l’esempio di due persone che si conoscono poco e intendono instaurare un rapporto più profondo: all’inizio saranno necessariamente vincolati a “regole” comportamentali, a etichette, al galateo ecc. onde evitare di offendere involontariamente l’altro, ma quando cominciano a conoscersi meglio, e potrebbe finalmente nascere una vera amicizia basata su fiducia e stima, allora, se uno dei due rimanesse ancora troppo legato alle “formalità”, rischierebbe di diventare “offensivo” verso l’altro, e impedirebbe il consolidarsi di una vera amicizia.
I Testimoni di Geova hanno esattamente, come gli antichi farisei, questo rapporto di estremo formalismo verso Dio; il quale non è per loro il Padre amorevole che ci ha insegnato a conoscere Gesù, tanto è vero che viene data molta importanza all’uso del Nome di Dio, ma è una divinità che si offende e può distruggere una persona, anche solo per aver fatto un “brindisi” o usato “confetti” nei matrimoni, o perché ha osato festeggiare l’anniversario della nascita di suo figlio (compleanno), o gli ha permesso di vestirsi da indiano o da principessa in occasione del “Carnevale” ecc.
Con quest’idea di Dio, inculcata dai signori di Brooklyn allo scopo di renderli formalmente “separati dal mondo”, e quindi più controllabili, i Testimoni di Geova sono incapaci di condividere anche i concetti più elementari del cristianesimo. Un esempio è quello dell’idolatria: l’idolatria non è un problema connesso agli oggetti in sé, ma è solo un problema di coscienza. Non c’è nulla di intrinsecamente buono o cattivo in un determinato oggetto: la materia infatti è fatta di atomi tutti uguali. Non è quindi buono o cattivo un crocifisso, un quadro della Madonna, o il fare un brindisi, mangiare una torta di compleanno ecc. Ciò che può rendere idolatrici alcuni oggetti o gesti è solo il significato che si attribuisce a queste cose (cfr. Deuteronomio 11:16; Giobbe 31: 26-28). Questo principio era già presente anche nell’Antico Testamento, ma gli Israeliti erano incapaci di comprenderlo (come oggi non lo comprendono i Testimoni di Geova). Ecco perché fu proibito loro di farsi immagini di cose celesti o terrene, di avere rapporti sociali con i popoli circostanti, di tagliarsi i capelli in un certo modo, di mangiare con i Gentili e così via. I Profeti, che avevano in cura la spiritualità del popolo, si rendevano conto della fragilità della loro adorazione, e pertanto ponevano rigidi steccati, affinché il popolo “dal collo duro” non si facesse corrompere dagli usi dei popoli vicini. Ma ciò che era più importante a quel tempo, era mantenere l’identità nazionale di Israele, e questo, a causa della limitatezza degli uomini di allora, si poté ottenere solo con lo sviluppo di una tradizione religiosa che considerava peccato la fusione con gli altri popoli o le loro usanze.
Il fatto che per i veri Cristiani non esistano più queste barriere, e non abbiano più senso tutti i precetti e tutte le norme di comportamento “formale”, è perché non esiste più il pericolo della perdita della identità nazionale, in quanto il cristianesimo è una religione universale e non razziale. Leggendo per intero il cap. 15 di Atti si comprende bene questa differenza: una volta Dio aveva un popolo separato per il suo nome, isolato dalle altre nazioni, ma adesso non ha più senso un popolo formalmente separato. Tutte le nazioni sono chiamate alla salvezza, ed il Salvatore porta il nome di Gesù (incidentalmente va rilevato che il Corpo Direttivo ha “aggiustato” la traduzione del versetto 17 per sostenere che anche oggi Dio voglia l’esistenza di un popolo separato!)
Ecco, quindi, che non servono più “leggi” scritte, ma i principi della morale cristiana devono essere scritti nei cuori e nelle coscienze (II Corinzi 3:3; Ebrei 10:16). Come spiegò Paolo, “l’idolo in sé non è nulla” (I Corinzi 8:4). Solo le persone spiritualmente deboli o immature si turbano per l’apparente mancata osservanza di certe norme (I Corinzi 8:7). Se egli l’avesse pensata come i farisei, o come gli odierni Testimoni di Geova, non avrebbe mai mangiato della carne che era stata poco prima sacrificata a un idolo, altro che torta di compleanno! Seguendo alla lettera le istruzioni che Paolo diede alla comunità cristiana di Corinto, quei cristiani avrebbero potuto tutti insieme recarsi in un ristorante specializzato in carne sacrificata agli idoli, e mangiare tranquillamente senza problemi. Questo sì che avrebbe rappresentato la vittoria piena del cristianesimo sull’ignoranza e sul settarismo di cui i Testimoni di Geova oggi appaiono i continuatori! (Luca 10:18-20; Atti 26:18).
Invece di isolarsi dagli altri, come facevano i farisei, i cristiani sono chiamati a partecipare attivamente alla vita sociale. Gesù trascorreva il suo tempo con persone considerate impure persino dai pagani. Per parecchio tempo i cristiani continuarono a frequentare le sinagoghe insieme ai loro fratelli giudei, senza per questo sentirsi “contaminati”. È chiaro che per loro “non essere parte del mondo” non dipendeva da dove stavano o da che cosa facevano, ma solo dal loro cuore! Non davano più importanza ai gesti, agli oggetti ecc., ma solo al significato che si attribuiva a queste cose.
Purtroppo, i Testimoni di Geova, che in maggioranza – stando alla mia personale esperienza – sono persone sincere e fiduciose, sono ancora schiavi dei tabù da cui Gesù ha liberato i suoi seguaci. Come gli antichi farisei, i Testimoni sono ancora strettamente legati mani e piedi a regole ferree riguardanti feste, oggetti, persone ecc., proprio come temeva Paolo (Colossesi 2:20-23). Crescere agli occhi di Cristo, compiacere Dio, non vuol dire sprecare montagne di carta per disputare sulla forma che aveva lo strumento con cui è stato ucciso Gesù o stabilire se il confetto del matrimonio, o il riso gettato nell’occasione, siano ricordi di antichi riti della fertilità, ma ciò che importa realmente a Dio, è la nostra condizione di cuore: se noi amiamo o meno i nostri simili. Come concluse Paolo – nella lettera ai Romani cap. 13:9,10 – «…Infatti il “non commettere adulterio”, “non uccidere”, “non rubare”, “non concupire” e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. L’amore non fa nessun male al prossimo; l’amore quindi è l’adempimento della legge.»
Perché i Testimoni di Geova accettano tutto questo?
Ai suoi tempi, l’apostolo Paolo parlò di quelli che “volevano essere sotto la Legge“ (Galati 4:21). Lo stesso vale oggi. Perché molti si sottomettono alle imposizioni di altri uomini? Perché accettano di privarsi del dono inestimabile del “libero arbitrio” nella loro vita, accettando che siano altri uomini imperfetti a stabilire cosa devono o non devono fare? I motivi possono essere diversi:
– Pressioni di ordine sociale o famigliare per cui il “conformismo” diventa l’unico modo di evitare disaccordi e conflitti.
– Ignoranza del reale insegnamento della Bibbia, per cui il Testimone teme di essere distrutto da Dio se esce fuori dalla simbolica “arca” (cioè dall’Organizzazione).
– Molte persone, per carattere o immaturità o mancanza di conoscenza, preferiscono che altri classifichino per loro i problemi in bianchi o neri, giusti o sbagliati. Prendere decisioni di coscienza può essere difficile, a volte doloroso. Molti preferiscono non compiere tale sforzo, lasciando che sia qualcun altro a decidere per loro cosa fare, e che si sostituisca alla loro coscienza. Questo consentì lo sviluppo del potere dei rabbini ai tempi di Gesù. Invece di decidere in base alla Parola di Dio e alla propria coscienza, si diceva: “chiedi al rabbino”. Oggi i Testimoni di Geova dicono: “chiedi all’anziano”, o semplicemente: “chiedi all’Organizzazione”.
– Un altro motivo è la maniera subdola con cui vengono proposti i ragionamenti e le interpretazioni dell’Organizzazione, che fa largo uso di sofismi e di altri “trucchi” (anche se ufficialmente la filosofia viene considerata “satanica”), che rendono tali spiegazioni apparentemente ragionevoli, persino ingegnose. Districarsi tra tali ragionamenti, e trovarne gli errori, richiede uno sforzo e una ricerca che la grande maggioranza dei Testimoni di Geova non vuole o non è in grado di compiere.
Claudio