Quelle che seguono sono riflessioni di Carl Olof Jonsson a proposito dell’uso che il Corpo Direttivo fa della cronologia, la quale è di grande importanza per i Testimoni di Geova. Infatti, i loro insegnamenti sui «tempi dei Gentili», sull’invisibile presenza di Cristo fin dal 1914, sulla classe dello «schiavo fedele e discreto», e la stessa loro struttura organizzativa dipendono dalla cronologia. Quindi, se la cronologia adottata dal geovismo è sbagliata, lo sono anche questi insegnamenti; pertanto, come altri hanno fatto nel corso dei secoli, i Testimoni di Geova hanno predicato una presenza di Cristo che non c’era.
La cronologia del Corpo Direttivo è realmente una cronologia biblica?
I Testimoni di Geova credono fermamente nella loro «cronologia biblica», essi pensano che sia interamente basata sulla Bibbia. Tutte le date secolari che sono in disaccordo con la loro cronologia vengono rifiutate come inattendibili. Ma in mezzo a tutta questa disistima per la cronologia secolare, i Testimoni in generale non sembrano rendersi conto del fatto che la loro stessa «cronologia biblica» è interamente basata su di una data secolare: il 539 a.C., anno in cui l’antica Babilonia fu conquistata dagli eserciti di Ciro. Cosa li ha indotti a scegliere una data secolare come fondamento della loro «cronologia biblica»?
La risposta è che la cronologia della Bibbia non è assoluta ma relativa. Una cronologia assoluta è una cronologia che può essere fermamente ancorata a quella della nostra èra cristiana. Poiché la nostra èra si estende nel tempo per circa 2.000 anni soltanto, un periodo cronologico, registrato nella Bibbia o altrove, che sia collocato anteriormente ad essa deve in qualche modo esservi collegato. Se ciò non è possibile, l’èra o il periodo in questione rimangono cronologicamente indefiniti. Anche se conosciamo la lunghezza del periodo, non possiamo sapere quanto vicino o distante esso sia dal punto di vista storico, ed in che modo dovrebbe essere datato in relazione al nostro tempo. Eventi differenti entro tale periodo possono essere datati ciascuno in relazione con l’altro, ma poiché non possono essere datati in relazione alla nostra èra, la cronologia di tale periodo è relativa.
La cronologia della Bibbia è, in se stessa, solo una cronologia relativa, poiché si arresta a un periodo di centinaia di anni antecedente l’inizio della nostra èra cristiana, e nella Bibbia non viene indicata nessuna data assoluta. Facendo uso delle informazioni cronologiche contenute nella Bibbia, è possibile stabilire una cronologia relativa dalla creazione di Adamo alla fine del regno di Sedechia re di Giuda, ma da quel punto in poi la Bibbia non ci fornisce nessuna precisa informazione cronologica. Così per centinaia di anni prima dell’inizio dell’era cristiana, semplicemente, non vi è alcuna «cronologia biblica». Pertanto dalla caduta di Gerusalemme ad opera dei Babilonesi, gli storici sono costretti a far uso dei cronologi secolari, che piaccia o no. Di conseguenza, anche i Testimoni di Geova sono stati costretti a utilizzare date secolari come base per la loro cronologia, cioè il 539 a.C., anno in cui Babilonia fu presa dalle armate di Ciro.
Ci si può chiedere perché i Testimoni di Geova non abbiano scelto il 587 a.C., anno in cui Nabucodonosor desolò Gerusalemme nell’undicesimo anno del regno di Sedechia. Questa data, che è anche stata fissata dai cronologi secolari sullo stesso principio del 539 a.C., si collega direttamente al punto in cui ha termine la cronologia della Bibbia. La ragione del perché il 587 a.C. viene rigettato è duplice:
(1) il calcolo della Società Torre di Guardia dei «tempi dei Gentili» è basato sull’assunto che Gerusalemme fu desolata dai Babilonesi nel 607 (prima si diceva nel 606) a.C. anziché nel 587, e
(2) a questa data si perviene applicando i settant’anni di servitù predetti da Geremia (25:11; 29:10) al periodo di desolazione di Gerusalemme fino al termine dell’esilio. E poiché l’esilio ebbe termine nel primo anno di Ciro (Esdra 1:1-4), fissato al 538/537 a.C., la desolazione di Gerusalemme deve aver avuto luogo settant’anni prima: nel 607 a.C.
Così, poiché la cronologia dei Testimoni di Geova è ancorata a una data secolare, essa è, basilarmente, più secolare che biblica. Se, inoltre, la data secolare è fondata su elementi errati, la loro intera cronologia diviene, di conseguenza, errata. Ogni data d’essa dovrebbe essere cambiata nella stessa misura in cui dovrebbe essere cambiata la data basilare. A motivo di ciò, e a motivo del fatto che la cronologia riveste un ruolo vitale nel sistema dottrinale dei Testimoni di Geova, i loro capi hanno fatto di tutto allo scopo di rafforzare la fiducia nella data secolare che hanno scelto. Nelle pubblicazioni dei Testimoni è costantemente dichiarato che la data del 539 a.C. è una data «fermamente stabilita», una data che è «generalmente accettata», è in effetti «una data assoluta». Poiché asserzioni di tal genere appaiono costantemente nelle pubblicazioni geoviste, è ragionevole attendersi che siano presentate periodicamente positive prove a sostegno della data del 539 a.C. Ma un attento esame delle pubblicazioni della Torre di Guardia, dal 1870 ad oggi, mostra che è vero il contrario. Con grande sorpresa si deve concludere che non è mai stata presentata una chiara e incontrovertibile evidenza a sostegno del 539 a.C. come «data assoluta»! Alcuni argomenti che sono stati proposti a sostegno d’essa, successivamente sono stati abbandonati e sostituiti con altri che, poi, sono stati rigettati. Ciò che è importante è che le argomentazioni presentate attualmente dai Testimoni sono le più inconsistenti e le più fragili di tutte, e nessuno storico secolare fa riferimento ad esse come base per una cronologia assoluta.
Il peso della «data assoluta»
Pochi Testimoni oggi sono consapevoli del fatto che la loro «data assoluta» non è sempre stata la stessa. Quando C.T. Russell originariamente presentò la sua cronologia (che aveva preso senza cambiamenti da Barbour), la «data stabilita» che egli usò come base per essa fu il 536 a.C., non il 539. Fu sulla data del 536 a.C. che egli (e prima di lui Barbour) edificò il calcolo dei «tempi dei Gentili». Nel secondo volume degli Studi sulle Scritture (pubblicato nel 1889) egli diceva: «Avendo questi fatti a disposizioni, troviamo facilmente la data dell’inizio del dominio dei “tempi dei Gentili”; poiché il primo anno del regno di Ciro è una data fissata con molta chiarezza, sia le registrazioni secolari che quelle religiose sono manifestamente d’accordo con il Canone di Tolomeo, che lo pone nel 536 a.C.» (La citazione è tratta dall’edizione del 1897, pp. 79-80. Claudio Tolomeo – 70-161 d.C. – scrisse un’opera famosa nota come l’Almagesto, che si aggiunse al “Canone”, una lista di re e dei loro regni dal 747 a.C. al 2° secolo d.C. Tale lista fu redatta sulla scorta di più antiche cronache e liste di re). Aggiungendo i settant’anni al 536, Russell giungeva alla data del 606 a.C. per la desolazione di Gerusalemme, e sottraendo 606 da 2.520 egli arrivava alla data del 1914.
Dapprincipio veniva affermato ripetutamente che la «data del 536 a.C. stabilita molto chiaramente» era basata sul Canone di Tolomeo. Nel libro I tre mondi, e la mietitura di questo mondo (libro scritto e pubblicato nel 1877 da N.H. Barbour con il sostegno finanziario di C.T. Russell), Barbour diceva a p. 194: «Il fatto che il primo anno di Ciro fu il 536 a.C. è basato sul Canone di Tolomeo, sostenuto dalle eclissi mediante le quali sono state regolate le date dell’èra greca e persiana. L’accuratezza del Canone di Tolomeo è adesso accettata da tutto il mondo scientifico e letterario. Perciò, dai giorni di Nabucodonosor all’èra cristiana, vi è soltanto una cronologia». Così vengono usati due argomenti a sostegno della data del 536 a.C.: (1) essa era basata sul Canone di Tolomeo, e (2) era in armonia con tutti gli storici religiosi e secolari.
Col tempo di scoprì che nessuno di questi argomenti concordava con i fatti reali. Evidentemente alcuni «Studenti Biblici» (nome usato dai Testimoni di Geova prima del 1931) scoprirono che le cifre indicate nel Canone di Tolomeo additavano non il 536, ma il 538 a.C. come primo anno di Ciro. Inoltre, le cifre di Tolomeo indicavano il 587 e non il 606, come data della desolazione di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor nel suo diciottesimo anno di regno. Se il Canone di Tolomeo era fidato ed esatto come pensavano Barbour e Russell, in tal caso esso infieriva un colpo mortale alla loro cronologia. Quando Russell comprese tale fatto, si volse contro Tolomeo e cominciò ad attaccare il suo Canone. In un lungo articolo, pubblicato in La Torre di Guardia di Sion del 15 maggio 1896 (ed. inglese), pp. 102 segg., egli fece un tentativo di rovesciare il Canone di Tolomeo e le eclissi usate da Tolomeo per sostenerlo. Sfortunatamente, gli articoli erano infarciti di errori e di affermazioni scorrette, a dimostrazione che Russell non era padrone della materia. Per esempio, egli affermava che solo «due date sono stabilite con considerevole certezza» dagli astronomi (il 747 ed il 536 a.C.). La pura verità è che nessuna di tali date è stata stabilita astronomicamente.
Uno dei due argomenti a supporto della data del 536 a.C. era stato eliminato. Per il futuro tutto il peso si sarebbe fatto gravare sull’altro. Così Russell asserì nel summenzionato articolo (p. 113): «Si può dire che tutti gli studiosi di cronologia siano d’accordo che il primo anno di Ciro fu l’Anno Domini 536, precedente l’inizio della nostra era». E, successivamente, in La Torre di Guardia del 1° ottobre 1904 (ed. inglese), p. 297, egli dichiarò: «Come possiamo vedere, le registrazioni bibliche estendono al primo anno di Ciro, il 536 a.C. una data ben stabilita e generalmente accettata».
Ma la data del 536 a.C. era veramente una data «generalmente accettata» da tutti gli studiosi? Con l’andar del tempo alcuni «Studenti Biblici» scoprirono che le cose non stavano effettivamente così. Vi sono ottime ragioni per credere che al tempo di Barbour la maggioranza degli studiosi già riteneva che il primo anno di Ciro, secondo il Canone di Tolomeo, fosse il 538 a.C. In una lettera privata a Russell del 7 giugno 1914, uno dei suoi più intimi e dotti associati, Paul S.L. Johnson, lo informò che quasi tutti gli storici ritenevano che il primo anno di Ciro fosse il 538 a.C.: «Ho consultato decine di enciclopedie e tutte tranne tre indicano la data del 538 a.C.». Egli, inoltre, sottolineò che la data del 536 a.C. aveva avuto origine da una supposizione di Giuseppe Flavio di cui si era dimostrata l’erroneità nel 1880, quando fu pubblicata la traduzione della Cronaca di Nabonedo e del Cilindro di Ciro. La pretesa che il 536 fosse una data «generalmente accettata» era chiaramente falsa.
Successivamente emerse un altro problema. Gradualmente, Russell e i suoi associati avevano cominciato a comprendere che l’aritmetica utilizzata per calcolare i 2.520 anni dal 606 a.C. al 1914 d.C. (2.520 — 606 = 1914) non era così semplice come era sembrato dapprincipio. Fu rilevato che dall’ottobre 606 a.C. all’inizio dell’era cristiana non vi erano 606 anni interi, ma 605 anni e tre mesi. Ciò avrebbe trasferito la data del termine dei «tempi dei Gentili» dall’ottobre 1914 all’ottobre 1915 (si veda La Torre di Guardia del 1° dicembre 1912, p. 377 – ed. inglese). Comprensibilmente, questi problemi causarono una certa confusione, e vi sono molti elementi che mostrano che, un certo tempo prima dello scoppio della guerra, Russell abbia cominciato a porre in dubbio la correttezza della sua cronologia.
Ma lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 rimosse i suoi dubbi. Egli non visse abbastanza per vedere il fallimento delle sue aspettative, ma morì nella convinzione che la guerra sarebbe sfociata nell’anarchia mondiale e nella battaglia di Armaghedon. Molti dei suoi seguaci sono ancora legati al 1914 nonostante le aspettative fallite e nonostante i problemi cronologici che erano cominciati ad emergere prima della guerra. I vecchi argomenti a favore della data furono ancora riproposti, sebbene in termini misuratamente più cauti. Per esempio, J.F. Rutherford, il successore di Russell, in La Torre di Guardia del 1° maggio 1922 (ed. inglese), p. 137, affermò: «Il regno di Ciro è asseverato dalla testimonianza di molti storici, secolari o profani», e «vi sono pochi dubbi circa la correttezza delle date». Quindi egli citò sei fonti a sostegno della data del 536 a.C.: Bible Dictionary di Smith, Bible Commentary (Jamison, Fausset e Brown), Swinton’s History, Historians History of the World, Universal Encyclopedia e Concise Cyclopedia of Religious Knowledge di Sanford. Queste opere furono, naturalmente, scelte con accuratezza fra un numero molto più grande, la maggior parte delle quali additava il 538 a.C. come data corretta.
Un paio d’altri argomenti sono stati pure addotti a sostegno della data del 536 a.C. Uno d’essi fa riferimento ai «cicli paralleli» dell’«Età giudaica» e dell’«Età del Vangelo». Secondo la cronologia di Barbour-Russell, erano trascorsi 1845 anni tra la morte di Giacobbe e quella di Gesù. Un’«Età del Vangelo» della stessa durata, calcolata a partire dalla morte di Gesù, sarebbe perciò terminata nel 1878 d.C., data molto importante nel sistema cronologico di C.T. Russell. L’altro argomento veniva tratto dalla grande piramide di Giza. Ogni pollice nei passaggi della grande piramide era calcolato come un anno, e «decine di misurazioni … dimostrano la correttezza della cronologia», scrisse Rutherford nel 1922 (La Torre di Guardia del giugno 1922, p. 187 – ed. inglese). Entrambe le idee furono abbandonate alcuni anni dopo dalla Società Torre di Guardia ed oggi hanno solo interesse storico. Il che, naturalmente, si applica anche agli argomenti che ne derivano.
La data «fermamente stabilita» del 536 a.C. non poté essere stabilita per mezzo del Canone di Tolomeo, come si asseriva all’inizio; né essa era «generalmente accettata» dagli storici. E quando la data infine non poté più essere sostenuta per mezzo dei «cicli paralleli» o delle «misure della piramide», essa fu tranquillamente collocata a riposo nel 1944. Nel libro Il regno è vicino, pubblicato quell’anno, il primo anno di Ciro fu posto al 537 a.C., invece del 536 (vedi la tabella a p. 174 del libro citato). E nella Watchtower del 1° novembre 1949, p. 326, il primo anno di Ciro fu spostato indietro di un altro anno, al 538 a.C. (la data fissata nel Canone di Tolomeo). Ci si può quindi chiedere: come fu possibile effettuare questi spostamenti dal punto di partenza «stabilito fermamente» della «data assoluta» basilare, ed ancora mantenere il 1914 come data della fine dei «tempi dei Gentili»?
Ciò fu fatto con due ulteriori «aggiustamenti»:
1) anche se il primo anno di Ciro iniziò nella primavera del 538 a.C. fu dedotto che il suo editto, che permetteva ai Giudei di ritornare in patria dall’esilio (Esdra 1:1 segg.), fosse emanato verso la fine del suo primo anno di regno, cioè, all’inizio del 537 a.C.; in tal caso i Giudei non avrebbero raggiunto Gerusalemme se non nell’autunno di quell’anno. Settant’anni prima ci portano al 607 a.C.;
2) fu accettata la vecchia osservazione che non vi era nessun anno zero all’inizio della nostra era cristiana. Così dall’autunno del 607 a.C. all’inizio della nostra era vi erano solo 606 anni e tre mesi, e se questo periodo viene sottratto ai 2.520 anni dei «tempi dei Gentili» si arriva al 1914 d.C. come data finale! Perciò tre errori si annullano l’un l’altro e il risultato rimane lo stesso! In tutto ciò i Testimoni di Geova videro persino un’altra evidenza che la mano di Dio guidava il “Pastore” Russell nei suoi calcoli.
Tuttavia era stato difficile digerire che delle date «stabilite fermamente» potessero spostarsi in questo modo arbitrario. Per il futuro, perciò, il primo anno di Ciro non fu più definito come data «fermamente stabilita» (giacché per due volte era stato necessario spostarla all’indietro). Invece, l’enfasi fu trasferita alla data della caduta di Babilonia, il 539 a.C., e questa data fu improvvisamente definita «data assoluta» (vedi per esempio La Torre di Guardia del 1° ottobre 1955 pp. 604-605). Ma perché essa è considerata una « data assoluta »?
(adattamento da un articolo di C.O. Jonsson)