Pur avendo perso molta della loro spinta iniziale e non potendo più essere considerati, come una volta, la “religione in più rapida espansione”, i Testimoni di Geova rappresentano nel panorama dei movimenti religiosi occidentali una realtà non trascurabile, e questo per parecchi buoni motivi. Innanzitutto, perché la loro presenza ormai può essere quantificata – con riferimento alle statistiche di fonte geovista relative all’anno 2021 – in 8.480.147 aderenti nel mondo (250.678 in Italia), ai quali possiamo sommare poco meno di sei milioni di simpatizzanti, cioè quelli che essi indottrinano mediante il cosiddetto “studio biblico” (in Italia questi ammontano a 94.345). Vi è poi la loro considerevole potenza economica. Non è questa la sede per approfondire il discorso che riguarda le loro risorse economiche, ma possiamo consapevolmente dire che l’ordine è quello di parecchi miliardi di dollari. Infine, e non è un aspetto trascurabile, non può essere sottaciuto il fatto che, nei paesi in cui essi si sono attestati da più tempo, hanno esercitato e continuano a esercitare un rilevante peso “politico”. La loro storia in Canada e negli Stati Uniti, per esempio, mostra quanto le loro campagne di informazione abbiano pesato sulle decisioni della Corte Suprema in merito a importanti questioni riguardanti i diritti civili; una sentenza della Corte Europea ha condannato uno stato membro, la Grecia, al risarcimento dei danni a uno dei loro aderenti per aver applicato una legge contro il proselitismo che i Testimoni hanno contestato; anni fa, nello stato africano del Malawi (ex Niassa) migliaia di Testimoni furono uccisi per aver assunto una posizione intransigente contro la politica ufficiale del loro paese e attualmente in una trentina di paesi sono alla politica del “muro contro muro” perché non intendono accettare ciò che le leggi e le costituzioni di quei paesi vorrebbero fosse applicato anche a loro.
Pertanto, pur essendo un piccolo gruppo religioso, i Testimoni di Geova cercano di esercitare un’influenza inversamente proporzionale alla loro consistenza numerica. Che siano un gruppo estremamente combattivo e che considerino loro funzione peculiare quella della lettura autentica delle legislazioni dei rispettivi paesi di appartenenza, poi, è un altro dei loro tratti caratteristici. Molti dei loro sforzi sono infatti rivolti, e questo da lungo tempo, alla continua contestazione delle leggi e dei regolamenti vigenti. Particolare attenzione prestano ad alcuni settori nel campo della giurisprudenza: il diritto dell’ammalato a ricevere determinate cure e quello del genitore all’affidamento dei figli. Naturalmente i motivi di questo loro particolare interesse sono squisitamente utilitaristici, ma questo li ha spinti a creare delle strutture legali e un’organizzazione internazionale degne di attenzione.
La dottrina alla quale essi fanno riferimento e che costituisce il punto di forza in molte delle loro battaglie legali è da essi definita: strategia della guerra teocratica. In altri termini, quando si tratta di tutelare il loro “diritto” al rifiuto dell’emotrasfusione e altri diritti consimili, essi ritengono pienamente giustificato il ricorso alla menzogna davanti alle corti di giustizia e in altre circostanze. É opinione dei Testimoni che “è appropriato non far conoscere la verità a chi non ha il diritto di conoscerla” (cfr. Ausiliario per capire la Bibbia, Roma 1981, p. 819; Perspicacia nello studio delle Scritture, Roma, 1990, II Vol. p. 257; La Torre di Guardia del 1° giugno1997, pp. 10 e segg.). I Testimoni di Geova, dopo anni di esercitazioni, sono ormai diventati esperti nell’arte che consiste nel dire solo una parte della verità, in tal modo contravvenendo alle esigenze dei tribunali che, praticamente in tutte le legislazioni del mondo occidentale, richiedono che si dica “la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”. Essi, invece, sono esperti nel dire le mezze verità, nel fare dichiarazioni che possono avere più di un significato, in poche parole nel mentire, e nel far credere di non farlo ricorrendo a sofismi, stratagemmi, trucchi, ed equilibrismi morali.
Chi conosce i Testimoni di Geova sa che essi proclamano a tutto il mondo di essere le uniche persone esistenti sull’orbe terracqueo che non mentono mai in nessuna circostanza, e in un loro recente dizionario biblico, così definiscono la menzogna: “Dire qualcosa di falso a chi ha diritto di conoscere la verità, e far questo con l’intenzione di ingannare o danneggiare lui o qualcun altro” (Perspicacia, op. cit. vol. II, p. 257). Quindi aggiungono: «Il fatto che la Bibbia condanni la menzogna non significa che uno sia costretto a informare gli altri di verità che non hanno diritto di sapere. Gesù Cristo consigliò: “Non date ciò che è santo ai cani, né gettate le vostre perle davanti ai porci, affinché non le calpestino con i loro piedi e voltandosi non vi sbranino”. (Mt 7:6) Perciò Gesù a volte evitò di dare informazioni complete o una risposta diretta a certe domande quando ciò avrebbe potuto essere dannoso. (Mt 15:1-6; 21:23-27; Gv 7:3-10) Evidentemente il comportamento di Abraamo, Isacco, Raab ed Eliseo inteso a sviare alcuni che non erano adoratori di Geova o a non rivelare loro tutti i particolari, va visto sotto la stessa luce. — Ge 12:10-19; cap. 20; 26:1-10; Gsè 2:1-6; Gc 2:25; 2Re 6:11-23.» (p. 258)
Questo, naturalmente, non ha nulla a che vedere con la definizione di menzogna che è comunemente accettata in tutto il mondo! Il Vocabolario della lingua italiana di Giovanni Treccani (Roma, 1989) così la definisce: “Affermazione contraria a ciò che si sa o che si crede vero, o anche contraria a ciò che si pensa; alterazione (oppure negazione, o anche occultamento) consapevole o intenzionale della verità”.
La Torre di Guardia non ammetterà mai di insegnare a mentire, ma riconosce che mentire ai “nemici di Dio” non vuol dire mentire, ma compiere un atto di “strategia bellica”, e che: «La parola di Dio comanda: “Dite dunque la verità ciascuno al suo prossimo”. (Efes. 4:25) Questo comando, tuttavia, non significa che dovremmo dire a chiunque ci interroghi tutto quello che vuole sapere. Dobbiamo dire la verità a chi ha diritto di sapere, ma se non ne ha diritto possiamo essere evasivi.» (La Torre di Guardia del 15 dicembre 1960, pp. 762-763 ).
Quando, perciò, i Testimoni dicono: “noi non possiamo dire bugie”, dobbiamo aver chiaro in mente ciò che essi intendono per bugia, e che la loro definizione di menzogna non corrisponde al comune significato che a questa parola viene attribuito. La Torre di Guardia del 1° maggio 1958, pp. 259-260 spiegava: «Le menzogne sono falsità dette per ragioni egoistiche e che danneggiano gli altri. Satana disse a Eva una menzogna che recò molto male a lei e a tutta la razza umana. Anania e Saffira dissero menzogne per ragioni egoistiche. Ma nascondere la verità ad un nemico, che non ha diritto di conoscerla, non gli reca alcun male, specialmente quando egli userà tali informazioni per danneggiare altri che sono innocenti … Quindi in tempo di guerra spirituale è appropriato sviare il nemico nascondendo la verità. Non viene fatto egoisticamente; non reca danno a nessuno; al contrario, fa molto bene.
Non può sfuggire la giustificazione morale che cercano di provvedere per le loro menzogne. Essi, infatti, dicono che le menzogne sono tali solo quando sono “dette per ragioni egoistiche” e “danneggiano gli altri”. La menzogna, invece, è un male morale in assoluto e non può esserne diminuita la gravità se essa è pronunciata “a fin di bene”, come emerge chiaramente dalla definizione ufficiale dell’Organizzazione. Che ai Testimoni di Geova si insegni a mentire nel senso che comunemente a questo termine viene attribuito dalla lingua italiana (e in ogni altra lingua) è illustrato dalle argomentazioni geoviste in merito al racconto di Abramo il quale, quando venne in Egitto, disse a Sara di “nascondere il fatto” che essa era sua moglie (cfr. La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, pp. 454-455). La Torre di Guardia fa notare che anni dopo, trovandosi a Gherar nel territorio dei Filistei, Abramo ripeté la menzogna su Sara, dichiarando — mentendo platealmente — che la moglie fosse in realtà sua “sorella”. Nell’ottica della Torre di Guardia questo non è mentire perché “Abrahamo presentò Sara come sorella per evitare una violenta contesa a causa della sua condizione di moglie. Sara riconobbe Abrahamo come proprio signore ed accettò la disposizione, pronta a subirne le conseguenze. Era disposta a fare la sua parte per salvare la vita del profeta di Geova, col quale Egli aveva stabilito il suo patto … Ma i critici hanno un altro concetto. Essi ritengono Abrahamo del tutto menzognero, tergiversatore, debole codardo”.
L’analisi e la spiegazione della Torre di Guardia sono del tutto fuorvianti e contraddittorie. É lo stesso episodio, infatti, che smentisce le conclusioni geoviste. Il faraone, credendo che Sara fosse la sorella nubile di Abramo, la prese per moglie, e questo fece sì che Dio toccasse “Faraone e la sua casa con grandi piaghe”. Quando quest’ultimo si rese conto di come stavano le cose, restituì ad Abramo la moglie, rimproverandolo e dicendogli che, se il patriarca gli avesse detto la verità, si sarebbero evitate molte sofferenze (cfr. Gen. 12,10-20). Così, invece di costituire una giustificazione della bugia, quest’esempio biblico la condanna mostrando che essa può avere conseguenze estremamente negative. Sebbene altrove dichiari di condannare la menzogna esplicita e giustifichi soltanto il tacere la verità, esaltando l’esempio di Abramo e ponendolo come modello da emulare in certe situazioni che hanno come scopo quello di proteggere la Società, la Torre di Guardia insegna a tutti gli effetti a mentire in modo esplicito e diretto.
Storia della dottrina
«Vi è tuttavia un’eccezione che il cristiano dovrebbe tenere in considerazione. Come soldato di Cristo egli prende parte alla guerra teocratica e dev’essere estremamente cauto nel trattare con i nemici di Dio. Infatti le Scritture indicano che allo scopo di proteggere gli interessi della causa di Dio, è giusto nascondere la verità ai nemici di Dio … Questo sarebbe incluso nel termine “strategia di guerra”, come fu spiegato ne La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, ed è in armonia col consiglio di Gesù di essere “cauti come serpenti” quando ci troviamo fra i lupi. Se le circostanze richiedono che un cristiano deponga in tribunale giurando di dire la verità, se parla, egli deve quindi dire la verità. Se si trova nell’alternativa di parlare e tradire i fratelli, o tacere ed essere denunciato al tribunale, il cristiano maturo metterà il benessere dei suoi fratelli prima del suo.» (La Torre di Guardia del 15 dicembre 1960, p. 763, corsivo aggiunto)
Queste parole sono un chiaro compendio della posizione dei Testimoni in merito alla strategia della “guerra teocratica”. Come si evince chiaramente, tutti i critici e gli oppositori della Società Torre di Guardia (dai Testimoni stimata come l’unica organizzazione cristiana al mondo) sono considerati “lupi”, perennemente in guerra con la medesima Società, i cui seguaci, per converso, sono indicati come “pecore”. Inoltre, è “giusto che le innocue ‘pecore’ adoperino la strategia di guerra contro i lupi negli interessi dell’opera di Dio” (La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, p. 462).
I Testimoni di Geova sono coinvolti, quotidianamente e in tutto il mondo, in centinaia di procedimenti legali che, di volta in volta, li vedono nella veste di accusati e di accusatori. Sia alla sede centrale statunitense di Warwick, quindi, che nelle 87 filiali nel mondo, essi hanno organizzato degli uffici legali che con il trascorrere del tempo hanno progressivamente perfezionato una serie di procedure miranti alla difesa dei loro peculiari comportamenti, in quanto questi ultimi, molto spesso, danno luogo a controversie legali che i Testimoni non considerano come tali, ma come tentativi di sopraffazione religiosa. Ecco che, mentre per qualunque altra persona, una controversia giudiziaria non è che l’incontro tra due diverse tesi, la risoluzione della quale a favore dell’una o dell’altra parte, dopo i diversi gradi di giudizio, fa parte della normale dialettica democratica, per i Testimoni di Geova ogni procedimento giudiziario, che non dia ragione alle loro tesi, diviene automaticamente un attentato alle libertà costituzionali, alla loro libertà di religione. É questo il fattore determinante nella comprensione della loro “strategia”, del loro impianto difensivo o accusatorio. Basta dare una rapida scorsa alle numerosissime sentenze che li hanno avuti come protagonisti, e leggere le loro memorie difensive e le loro tesi per rendersi conto della veridicità di questa asserzione.
Nel caso dei Testimoni di Geova, il tentativo di travisare la verità e di presentare i fatti in una luce volutamente distorta allo scopo di conseguire un risultato favorevole alle loro tesi, è stato tradotto in prassi. Prassi tanto codificata da trovare collocazione in alcuni manualetti a esclusivo uso interno dei legali che assumono il patrocinio dei Testimoni nei tribunali e che costituiscono un illuminante esempio di traduzione moderna del deprecato principio machiavellico: “il fine giustifica i mezzi”; le pubblicazioni a tale scopo preparate sono, nell’ordine di tempo, le seguenti: Direct and Cross-Examination Questions in Child Custody Cases (1987); Preparing for Child Custody Cases (1988); Handling Child Custody and Visitation Disputes for Jehovah’s Witnesses (1989).
I Testimoni di Geova non sentono come moralmente disapprovato questo loro modo di agire in quanto, ritenendosi gli unici detentori della verità, qualunque mezzo è lecito perché niente e nessuno li privi del loro diritto a continuare a praticarla, nemmeno il vituperato attacco “ad personam” al quale ricorrono spesso e volentieri nei confronti degli avversari. Il tentativo di altri, siano essi pure i giudici legittimamente costituiti, di far emergere una verità che non sia la “verità” geovista, è visto nell’ottica della perenne lotta del Male (il “mondo” con ogni sua istituzione) che tenta di sopraffare il Bene (il verbo geovista). É veramente singolare che un gruppo religioso ritenga così importante affidarsi alle aule dei tribunali per la difesa dei suoi principi dottrinali. Ma questo comportamento non è un’eccezione nell’ambito dei movimenti religiosi alternativi.
La menzogna nei tribunali
Poiché alcuni avvocati dell’Organizzazione geovista lavorano a tempo pieno su casi specifici, essi hanno maturato nel settore notevole esperienza e abilità, e sanno bene come comportarsi in tribunale a loro vantaggio. La Società Torre di Guardia si è organizzata per assistere i propri affiliati in circostanze come quelle sopra esposte. E di ciò ha dato notizia a tutti i Testimoni mediante l’edizione del maggio 1991 del loro bollettino interno Il Ministero del Regno, nel quale, a p. 7, apparve questo annuncio: «É disponibile un dossier di sentenze e informazioni relative ai diritti dei testimoni di Geova di ottenere l’affidamento dei figli e di far loro visita da utilizzare quando un proclamatore del Regno viene citato in giudizio per questioni di separazione coniugale, divorzio e affidamento dei figli minori. Il corpo degli anziani può ottenere questo dossier dal Reparto legale della Congregazione Centrale. Ricevuto il dossier, il singolo proclamatore può rimborsare alla Congregazione Centrale le spese di spedizione. Il dossier contiene sentenze e materiale da dare al proprio avvocato prima che la causa sia discussa in tribunale, permettendogli così di prepararsi ad affrontare qualsiasi problema possa sorgere. Il corpo degli anziani non dovrebbe richiedere queste informazioni per il proprio archivio, ma solo quando è in corso un processo.»
Successivamente, nell’edizione in lingua inglese dello stesso bollettino interno (numero dell’agosto 1992, Vol. 35, n. 8, p. 7), venivano provvedute ulteriori informazioni, resesi evidentemente necessarie a motivo del fatto che l’«offensiva» legale nei loro confronti assumeva proporzioni sempre crescenti. In esso venivano provvedute le seguenti istruzioni: «É disponibile un dossier di materiale legale da utilizzare quando i proclamatori sono citati in giudizio per questioni che riguardano l’affidamento dei figli e il far loro visita. Il dossier contiene sentenze e materiale da dare al proprio avvocato in tutti quei casi nei quali viene messa in dubbio l’idoneità del genitore a motivo delle sue credenze e pratiche religiose. Il corpo degli anziani dovrebbe mettersi in contatto con l’ufficio legale della Società nei seguenti casi: (a) quando documenti legali o sentenze del tribunale indicano che vi è un attacco alla religione del proclamatore; (b) nel caso in cui dovesse essere utilizzata nella testimonianza contro il proclamatore della letteratura apostata o un esperto in religioni, o un ex Testimone; (c) quando è richiesto un interrogatorio preliminare del proclamatore; (d) nel caso in cui dovesse essere programmato un esame psicologico individuale o del nucleo familiare. Il dossier non è stato preparato per i casi che prevedono problemi di natura secolare, quali per esempio controversie sulla proprietà.» Il linguaggio usato alla fine è rivelatore. La Società Torre di Guardia considera i casi giudiziari che riguardano l’affidamento dei figli come un problema di natura religiosa, da inserire nella loro lotta per la “libertà di adorazione”; tutti gli altri li classifica come controversie “secolari”.
Una delle pubblicazioni che abbiamo precedentemente elencato, quella intitolata Preparing For Child Custody Cases (Preparati per i casi di affidamento dei figli), apertamente invita i Testimoni a mentire nel corso della loro deposizione. L’opuscolo in questione, infatti, come ha scritto Rosalie Duron (in Liberty, settembre-ottobre 1991, p. 16): «è stato preparato ad uso interno per provvedere assistenza ai loro membri nel prepararsi a rispondere nelle questioni relative alle cause di divorzio e per incoraggiare i giovani Testimoni a presentare, sotto giuramento, una veduta totalmente distorta delle opportunità che sono loro concesse di farsi strada nel mondo civile. Un esempio di questo è rappresentato dal fatto che questa pubblicazione suggerisce al minore di dichiarare in tribunale che una delle sue aspirazioni sarebbe quella di fare il giornalista (professione che richiede una laurea), quando è ben noto che l’organizzazione è fortemente contraria all’istruzione universitaria, e che i Testimoni la considerano come la causa della sicura perdita della fede e fonte di associazioni immorali.»
Nel 1994, dopo aver esaminato l’opuscolo di cui ci stiamo occupando, un magistrato della città di Kansas City, il giudice Bouska, in occasione di un procedimento che vedeva contrapposti marito e moglie sull’affidamento del loro bambino di sei anni, concluse che il manualetto “era preparato allo scopo di istruire i Testimoni a nascondere alcune delle loro vere credenze e per fuorviare i giudici in merito a ciò che veramente sono le loro dottrine e atteggiamenti nei confronti dei minori”. Egli concluse dicendo che la Torre di Guardia insegna: “Non vi è niente di male nel depistare o anche nel mentire a qualcuno se questi non è un Testimone di Geova”.
Un esempio di questo modo fuorviante di presentare se stessi e le dottrine geoviste per convincere i magistrati della loro idoneità quali genitori, è dato dalla risposta che viene suggerito ai Testimoni di Geova di dare in merito alla domanda che frequentemente viene loro posta dalla gente, e cioè se essi pensano di essere i soli a salvarsi ad Armaghedon, la finale “battaglia di Dio”. La Società, nell’opuscolo, suggerisce che essi rispondano dicendo: “É Geova a giudicare, non noi”. Ma, in realtà, i Testimoni insegnano chiaramente che solo quelli affiliati alla loro Organizzazione e che godono di buona reputazione sopravviveranno ad Armaghedon, di conseguenza essi conoscono già anticipatamente tale giudizio. Infatti, un manuale geovista per lo studio biblico ai nuovi associati – intitolato Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca – insegna che vi è solo una vera religione e che tutte le altre sono false e, di conseguenza, tutti quelli che ne fanno parte saranno annientati: «Geova ha mai impiegato più di una organizzazione alla volta? Al tempo di Noè, solo lui e quelli che erano con lui nell’arca furono protetti da Dio e sopravvissero al Diluvio. (1 Pietro 3:20) Anche nel primo secolo non c’erano due o più organizzazioni cristiane. Dio trattava con una soltanto. C’erano “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo”. (Efesini 4:5) Similmente Gesù predisse che anche nei nostri giorni ci sarebbe stata un’unica fonte di istruzione spirituale per il popolo di Dio … Non illudetevi che ci siano altre strade o modi per ottenere la vita nel nuovo sistema di Dio. Ce n’è una sola. Ci fu solo un’arca che superò il Diluvio, non varie imbarcazioni. E ci sarà un’unica organizzazione — la visibile organizzazione di Dio — che sopravvivrà alla “grande tribolazione” che s’avvicina rapidamente. Non è affatto vero che tutte le religioni portino allo stesso luogo … Se volete ricevere da Geova Dio la benedizione della vita eterna, dovete far parte della Sua organizzazione, facendo la Sua volontà.» (Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, Roma 1982, pp. 193, 255).
La contraddizione fra le dichiarazioni per “quelli di fuori”, ai quali si deve celare la verità, e la dottrina ufficiale in cui si deve credere, è evidente. La giustificazione che consente ai Testimoni di mentire senza sentirne il disagio è sempre quella provveduta dalla dottrina della guerra teocratica di cui abbiamo già discusso, secondo la quale mentire (o, se vogliamo ricorrere alla fraseologia geovista, non rivelare la verità) è appropriato, se sono in gioco gli interessi dell’Organizzazione.
Un eccellente commento all’opuscolo Preparing for Child Custody Cases è provveduto da Raymond Franz, che per nove anni ha fatto parte del supremo consesso dei Testimoni di Geova, il Corpo Direttivo. In un suo recente libro (In Search of Christian Freedom, Atlanta, Commentary Press 1991) egli spiega: «L’opuscolo di più di 60 pagine provvede indicazioni ai Testimoni che sono genitori, ai loro figli, ai loro avvocati, ed anche agli anziani locali e ad altri che possono essere chiamati a testimoniare, presentando in anticipo le domande insidiose che possono essere fatte da parte avversa e provvedendo degli esempi di risposte tipo. Riferendoci all’articolo della Torre di Guardia sull’onestà citato in precedenza (del 1° luglio 1974, p. 410, par. 17), possiamo ricordare che esso diceva: “Che dire della veracità? Rispettiamo realmente la verità, o siamo disposti a torcere un pochino la verità, per toglierci da una situazione imbarazzante, o per ottenere qualcosa che vogliamo?” Si paragonino queste parole con alcune delle risposte che il manuale della Società suggerisce di dare. Al sottotitolo “Come il genitore testimone deve prepararsi al controinterrogatorio”, troviamo questa domanda e la risposta suggerita (p. 12): [Domanda] Saranno distrutti tutti i cattolici (o altri)? [Risposta suggerita]: É Geova a giudicare, non noi. Una risposta del genere suona bene, in quanto esprime un’idea di libertà dal dogmatismo e dall’atteggiamento di condanna. Tuttavia il Testimone che risponde in tal modo sa che le pubblicazioni della sua organizzazione insegnano chiaramente che solo quelli che sono associati con “l’organizzazione di Geova” sopravviveranno alla “grande tribolazione”, e che tutti quelli che non aderiranno ad essa saranno distrutti.»
Franz, poi, passa a commentare la sezione intitolata “Esame diretto e risposte per gli anziani locali”, nella quale l’opuscolo presenta le seguenti domande e risposte: «Qual è il punto di vista [della religione dei Testimoni] nei confronti degli appartenenti alle altre religioni? Gesù insegnò ad amare il prossimo come noi stessi, nessuno escluso; noi rispettiamo il diritto degli altri di adorare come a loro piace. [La chiesa geovista] insegna che tutti i giovani dovrebbero apprendere solo la religione dei testimoni di Geova? No. Si considerino le seguenti osservazioni imparziali sulle altre religioni contenute nelle nostre pubblicazioni. [Questa risposta è seguita da un elenco di articoli contenuti nelle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi!].»
Su questa parte dell’opuscolo Franz esprime la seguente valutazione: «Ancora una volta, le risposte sottintendono un atteggiamento di notevole tolleranza [verso la religione] e di notevole apertura mentale. Tuttavia, di nuovo, il Testimone “anziano” che risponde in tal modo sa bene che la sua religione insegna invece che “tutti gli appartenenti alle altre religioni” si trovano dentro “Babilonia la Grande”, l’impero della falsa religione, raffigurata nelle Scritture come una “grande meretrice”, e che la loro adorazione è considerata non cristiana e che il persistere in essa porta inevitabilmente alla distruzione. Egli sa pure che i Testimoni sono esortati a non avere relazioni sociali con tali “persone di altre religioni”, poiché la loro frequentazione avrebbe un effetto “corruttore”, e che l’unico momento in cui è possibile frequentare persone del genere è solo durante l’attività di “testimonianza” di casa in casa nella speranza che essi cambino religione. Egli sa che tutti gli articoli contenuti nell’elenco dell’opuscolo mettono in risalto gli aspetti negativi delle “altre religioni” e che l’Organizzazione scoraggia la lettura della letteratura da esse prodotta; l’unica lettura consentita e utile è quella pubblicata dall’Organizzazione stessa.»
In definitiva, Franz conclude: «I giovani ai quali è consigliato di rispondere in tal modo devono sapere che viene loro chiesto di presentare un quadro che è molto differente da quello che in effetti emerge dalle pubblicazioni della Torre di Guardia. Se essi parlassero veramente mossi dalla verità, senza “torcerla”, non dovrebbero suggerire ai loro membri di parlare diversamente da come farebbero durante un’assemblea di circoscrizione o altrove.»
Quest’ultima dichiarazione di Franz deriva dal fatto che, a p. 43 dell’opuscolo Preparing for Child Custody Cases, la Società Torre di Guardia spiega in che modo i giovani che sono chiamati a testimoniare in tribunale devono essere anticipatamente preparati a rendere la loro deposizione: «Questo dev’essere usato per mostrare che essi sono normali. Cercate e intervistate giovani della locale congregazione che sono cresciuti come testimoni di Geova e che, in base all’opinione del sorvegliante che presiede, sono di mente spirituale ma che nel contempo amino le cose che normalmente i giovani amano. Essi non devono praticare sport competitivi. State attenti a che non diano l’impressione di trovarsi a presentare una dimostrazione all’assemblea di circoscrizione, quando spiegano che le cose che mettono al primo posto nella loro vita sono l’andare in servizio e la frequenza alle adunanze. Fate vedere che essi praticano degli hobby, che amano le attività sociali, gli sport e, specialmente, che fanno progetti per il futuro. State particolarmente attenti che non tutti dicano di voler fare i pionieri. Fate dire loro che progettano di avviare attività commerciali, di sposarsi, di avere figli, di intraprendere la carriera giornalistica e tante altre cose. Se possibile dovrebbero mostrare interesse per le arti e per il teatro. Devono essere puliti, morali, onesti, ma con gli interessi che ci si aspetta che abbiano tutti i giovani normali.»
Quella che abbiamo illustrato è proprio la condotta regolarmente seguita dai Testimoni; un’esperta in questa materia, Lorri MacGregor, così ha scritto: «Il vostro coniuge (o ex coniuge) Testimone cercherà disperatamente di ottenere la custodia dei figli. Preparatevi al peggio. Molti hanno dovuto difendersi da false accuse difficili da smontare. Essi desiderano dimostrare che siete genitori inaffidabili. Vi troverete di fronte dei testimoni che hanno osservato il vostro comportamento con i vostri figli … A loro disposizione saranno degli ottimi esperti legali, ed il vostro coniuge e i vostri figli saranno addestrati in anticipo circa ciò che dovranno dire in tribunale. La vostra impreparazione o quella del vostro avvocato vi farà perdere i vostri figli! … Essi non esiteranno a mentire, anche sotto giuramento. La loro dottrina della “menzogna giustificata” insegna che la verità va detta soltanto a quelli “che hanno il diritto di conoscerla”. I tribunali, i sistemi giudiziari, gli altri membri della famiglia, gli ex coniugi, ecc., a motivo del fatto che si oppongono ai Testimoni o per il solo fatto che non fanno parte dell’”organizzazione di Geova”, non meritano di conoscere la verità. Per i Testimoni di Geova, essi appartengono a Satana ed è giusto mentire loro per proteggere “Geova” e la sua organizzazione terrena (cioè la Società Torre di Guardia). … Ai bambini viene detto di tutto per allontanarli da voi e dal male che è in voi. Essi saranno addestrati a parlare contro di voi in tribunale. Anche se il giudice dovesse vietare che ai bambini si parli di religione durante il periodo di visita concesso, essi saranno lo stesso istruiti a “odiarvi” per il solo fatto che siete degli oppositori dell’organizzazione di Dio.» (Lorri MacGregor, “Fractured Families” in MacGregor Ministries News and Views, ottobre 1994, n° 30, pp. 3-5).
Il che vuol dire che il coniuge Testimone, pur di ottenere l’affidamento, sarà disposto a giurare il contrario di tutto ciò che costituisce l’essenza della sua fede religiosa. Per esempio, dichiarerà sotto giuramento che non vi è nessun problema nel consentire ai figli di celebrare le feste, di giocare con i “bambini del mondo”, di partecipare agli sport scolastici, andare all’università o ricevere una trasfusione di sangue se ciò è necessario per salvare la vita del bambino (e al riguardo vorrebbero far credere che l’accettazione del sangue non dia luogo all’espulsione). Alcuni affermano di essere persino disponibili a consentire al coniuge non Testimone di prendere la decisione al riguardo (che consentirebbe perciò al minore di ricevere la necessaria trasfusione) sebbene tutto questo sia, in modo eclatante, in conflitto con le esplicite direttive della Torre di Guardia: «Se a un cristiano viene chiesto di sottomettersi a qualcosa che viola la superiore legge di Dio, la legge divina ha la precedenza. Alcune leggi odierne fondamentalmente buone possono essere applicate male per autorizzare a trasfondere coattivamente un cristiano. In questi casi i cristiani devono assumere la stessa posizione che assunse l’apostolo Pietro quando disse: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”.— Atti 5:29. Con buone ragioni i cristiani sono stati assolutamente determinati a ubbidire a Dio, anche se un governo ordinava loro di fare altrimenti.» (La Torre di Guardia del 15 giugno 1991, p. 31).
Si può notare, in questa considerazione, come vengano inculcati nei lettori della rivista alcuni concetti del tutto fuorvianti. Innanzitutto, si fa continuamente riferimento al termine “cristiani” sottintendendo che lo siano solo ed esclusivamente i Testimoni di Geova. Poi, viene spiegato che le leggi dei governi sono buone soltanto quando vengono applicate in modo da soddisfare le interpretazioni religiose dei Testimoni di Geova. Esse sono, infatti, definite “fondamentalmente buone”, ma “applicate male” se violano le dottrine geoviste. Da questo insegnamento ufficiale deriva che non esistono leggi buone in nessun governo, se non incontrano il favore del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. Questo modo di pensare è chiaramente eversivo nel pieno significato del termine, e fa comprendere quale credibilità debba essere prestata alle loro dichiarazioni davanti a una corte di giustizia che, proprio perché a volte applica leggi a loro sgradite, è considerata “non degna di conoscere la verità”.
Nell’opuscolo più volte citato viene raccomandato ai genitori Testimoni che, in sede di interrogatorio, dicano esattamente il contrario di quello che costituisce il loro reale modo di pensare e di vivere. A p. 53 – sotto il titolo: Esame psicologico o psichiatrico dei genitori Testimoni – viene dato il seguente suggerimento: «Oggi i tribunali fanno sempre più affidamento sulle valutazioni e sulle opinioni espresse sia dagli psicologi che dagli psichiatri nel determinare quali siano i migliori interessi di un bambino. Il procedimento su cui si basa la valutazione psichiatrica o psicologica può assumere rilevante importanza ai fini della determinazione se le credenze religiose dei testimoni di Geova abbiano o meno effetti dannosi sui loro figli. Perciò, vi sono sempre crescenti possibilità che sia i coniugi che i loro figli vengano sottoposti a degli esami psicologici, sia per decisione del tribunale che su proposta di qualche legale. Lo scopo di questa trattazione è quello di aiutarvi a comprendere e a prepararvi per un tale esame psicologico o psichiatrico. In passato molti nutrivano diffidenza verso le cure di tali professionisti e addirittura a volte le rifiutavano. Non vi è alcuna base per nutrire un tale timore preconcetto o sfiducia. Tenete presente che lo scopo principale di una procedura del genere da parte del tribunale, e dell’esame psichiatrico o psicologico, è quello di determinare quale dei genitori è più idoneo per provvedere al figlio una casa confortevole e sicura. Per aiutarvi a comprendere come possono essere applicati i precedenti principi generali, vi sono provvedute le seguenti domande e risposte per assistervi nel caso di un’analisi psichiatrica o psicologica. Come abbiamo già detto, chi viene sottoposto a tale esame non dovrebbe essere indebitamente sospettoso o porsi sulla difensiva nei confronti dell’analista che compie l’esame. Dovreste cercare di rispondere apertamente a ogni domanda, comprendendo che il compito dell’analista è proprio quello di ottenere delle informazioni da voi. Quanto segue è un esempio di come NON dovreste rispondere durante il colloquio.»
Qui l’Organizzazione mente persino ai suoi stessi affiliati, omettendo di dire che era proprio essa stessa a nutrire tale sfiducia e a considerare gli specialisti in salute mentale degli stregoni al servizio del diavolo. Vedi, per esempio, la rivista Svegliatevi! dell’8 febbraio 1976 che, a p. 27, dichiarava: “Sì, chi ama la giustizia … invece di rivolgersi a psichiatri e psicologi che per la maggior parte sono anch’essi privi di fede, si rivolga alla Bibbia”; oppure la Svegliatevi! dell’8 agosto 1960: “Di norma, andare da uno psichiatra mondano significa per il cristiano ammettere d’aver fallito”. (p. 30). Ed infine la Svegliatevi! dell’8 maggio 1957 sosteneva la tesi che: “Lo stregone è il diretto antenato dello psichiatra” (p. 16).
Tornando all’opuscolo, esso mostra che le risposte da dare sono quelle che un Testimone di Geova non si sognerebbe mai di dare a uno dei suoi “anziani” o degli altri suoi correligionari, ma che deve invece dare a un estraneo, qual è il giudice o il medico incaricato di analizzarlo, per convincerli d’essere una persona del tutto normale.
A chi si chiede come è possibile che gli appartenenti a un movimento, che si dichiara l’unica confessione cristiana oggi esistente al mondo, possano senza difficoltà fare della menzogna deliberata una delle loro principali risorse quando si trovano in difficoltà, rispondiamo che è proprio a motivo del fatto che, come nel caso di altri movimenti religiosi alternativi, gli adepti hanno sviluppato la cosiddetta “mentalità dell’assedio”. Si ritengono assediati dal nemico — cioè il mondo intero — e, per poter sopravvivere, devono ricorrere a tattiche di strategia bellica “spirituale” che consentono di battere il loro principale avversario, il Diavolo, rappresentato vicariamente dai governi e dalle autorità umane. Così come un agente segreto in tempo di guerra, se spia il nemico per la patria, è considerato un eroe, allo stesso modo, i Testimoni di Geova, quando riescono a dissimulare i loro veri sentimenti e il loro reale modus operandi al nemico, considerano tale comportamento commendevole, anzi, appropriato e voluto da Dio.
Come è noto, in seguito al dissolvimento dell’impero sovietico, in tutti i paesi dell’area ex comunista vi è stata, letteralmente, un’invasione di movimenti religiosi alternativi, che hanno trovato, dopo settant’anni di “ateismo” ufficiale, un campo fertile per la loro propaganda e il loro proselitismo. Fra i tanti, naturalmente, la Società Torre di Guardia che, in ossequio alla sua ormai consolidata dottrina della “strategia teocratica”, non ha esitato a ricorrere a un contorcimento della verità, pur di ottenere il riconoscimento giuridico nella Repubblica Ceca. Riassumiamo i fatti risalenti all’estate del 1993.
Con una lettera il responsabile del Ministero della Cultura della Repubblica Ceca aveva sollevato alcune obiezioni relative alla richiesta della “Società Religiosa dei Testimoni di Geova” di ottenere la registrazione ufficiale presso il Governo di Praga. Le obiezioni riguardavano tre punti in particolare, e cioè se è vero che i Testimoni di Geova sono tenuti all’obbligo di non sottoporre, qualora necessario, i loro figli minori alle trasfusioni di sangue; se è vero che ai Testimoni di Geova è proibito di svolgere il servizio militare; se è vero che ai Testimoni di Geova è proibito svolgere anche il servizio civile alternativo.
A tutte e tre queste importanti questioni, dalle quali dipendeva il riconoscimento giuridico o meno dell’Organizzazione, con una lettera, datata 30 luglio 1993 indirizzata al Ministero della Cultura in persona del dott. P. Zeman da parte del “Comitato Preliminare della Società Religiosa dei Testimoni di Geova”, i signori Eduard Sobicka e Ondrej Kadlec risposero negativamente, usando come formula comune per tutti i quesiti l’espressione: «La risposta è: No, la Società non lo insegna». In altre parole, negarono che:
(1) l’Organizzazione proibisse agli adepti di ricevere per se stessi o per i loro figli sangue in qualsiasi forma, pena la scomunica [disassociazione] dal gruppo;
(2) il rifiuto del servizio militare fosse imposto dall’Organizzazione, mentre si tratterebbe di una libera scelta;
(3) ai Testimoni fosse proibito di svolgere il servizio civile sostitutivo perché la Bibbia non dice nulla sull’argomento.
Chiunque conosca i Testimoni di Geova sa benissimo che le cose all’epoca stavano esattamente al contrario e la letteratura che lo dimostra è così copiosa che non è possibile citarne anche solo una piccola parte. Quest’episodio, pertanto, si aggiunge a tutti gli altri, a dimostrazione dell’assunto che, quando questa Organizzazione ritiene di doversi travisare allo scopo di ottenere vantaggi per se stessa, non esita a farlo, anche ricorrendo alla menzogna o a false informazioni, come nel caso appena illustrato.
Quindi, quando un magistrato (o un qualunque funzionario dello Stato) dovesse trovarsi a esprimere delle valutazioni d’ufficio relative a fatti e circostanze implicanti adepti di movimenti religiosi alternativi, dovrebbe tener conto che di fronte a sé ha degli individui che, pur mentendo, non pensano d’essere colpevoli, ma pienamente nel giusto e che non mostrerebbero, nemmeno se sottoposti al Lie Detector, turbamenti di sorta perché in piena buona fede, convinti di dire ciò che è giusto.
Il testo che precede si basa sul materiale trattato nel volume di A. Aveta e S. Pollina, “Movimenti religiosi alternativi: effetti dell’adesione e motivi dell’abbandono”, Libreria Editrice Vaticana, 1998, pp. 59-79