Qual è stata la politica degli Studenti Biblici-Testimoni di Geova nei confronti degli ebrei nel corso della sua ormai centenaria storia?
Non è superfluo precisare, preliminarmente, che le riflessioni seguenti non hanno lo scopo di mettere in dubbio la sincerità e la buona fede dei comuni Testimoni di Geova durante il nazismo (allora noti come Bibelforscher – Studenti Biblici), piuttosto si intende discutere della politica attuata dai vertici del geovismo, che influì pesantemente sul comportamento dei Testimoni di Geova dell’epoca.
C.T. Russell, il fondatore degli Studenti Biblici, era in sintonia con Theodor Herzl, l’ebreo austriaco che nel 1897 aveva fondato l’organizzazione sionistica mondiale e sosteneva che gli ebrei erano una nazione, perciò chiedeva che fosse riservato un territorio in cui instaurare uno stato ebraico. Infatti, il 9 ottobre 1910 all’Ippodromo di New York, Russell, parlando sul tema “Il sionismo nella profezia”, disse a un uditorio di circa quattromila ebrei: «Per ciò che riguarda i vostri ideali sionistici, io credo che il tempo opportuno, il tempo assegnato, come dice il vostro testo, di avere compassione di Sion, è venuto; di conseguenza, Dio ha suscitato per voi un grande leader, il dr. Herzl; grazie ai suoi sforzi, l’attenzione del mondo intero è stata attirata sulla Palestina, sui giudei e sulla loro alleanza originale» (I Testimoni di Geova e la restaurazione d’Israele, Edizioni “La Nuova Creazione”, Pescara 1988, p. 36).
Infatti, alla fine dell’Ottocento si erano organizzati diversi movimenti a favore del ritorno degli ebrei in Palestina; nel 1879 era stato indetto a Basilea un congresso di ebrei che segnò la nascita di ciò che viene chiamato sionismo: quel congresso fu ricordato da J.F. Rutherford, secondo presidente mondiale del movimento geovista, con le seguenti parole: «Lo scheletro umano è costituito da 206 ossa. Il Sionismo fu organizzato come corporazione nel 1879 a Basilea, in Svizzera; al congresso nel quale l’organizzazione fu costituita, presero parte esattamente 206 delegati, tanti delegati quante sono le ossa del corpo umano. Questo non accadde per puro caso, ma fu un fatto determinato da Dio, che intendeva così significare la sua sollecitudine per il ritorno degli Ebrei a far parte del suo popolo» (J.F. Rutherford, Comfort for the Jews, Brooklyn 1925, p. 92).
È evidente, quindi, che anche Rutherford condivise la veduta di Russell sul ritorno degli ebrei in Palestina; egli affermò che tale ritorno avrebbe rappresentato un segno della “fine del sistema di cose”. Infatti, negli anni Venti Rutherford scriveva: «Da questo tempo [1878] il favore del Signore principiò a dimostrarsi sul popolo Giudaico. … Trattando col suo popolo, Iddio ha sempre risorto un uomo al tempo propizio, … Nel 1860, [Theodor Herzl] nacque a Budapest … Nel 1896 egli espresse il suo piano nel suo splendido opuscolo “Uno Stato Giudaico” … il nome di Teodoro Herzl è quest’oggi un nome familiare infra i Giudei della terra, ed il tempo avverrà ove i popoli della terra, Giudei e Gentili, riconosceranno che Teodoro Herzl fu sorto al momento propizio per dare la nascita allo (sic!) Sionismo, destinato al successo dei sogni al di sopra dei moventi.» (J.F. Rutherford, Milioni or Viventi non Morranno Mai, Brooklyn 1920, pp. 28-29). In conclusione Rutherford pontificava: «Così dunque, la testimonianza definitivamente stabilisce il fatto che il favore del Signore è ritornato sui Giudei» (ivi, p. 37).
Va evidenziato che le tesi sionistiche di Rutherford trovarono un’ampia collocazione nei suoi scritti, a dimostrazione della profonda convinzione con la quale i vertici geovisti dell’epoca sostenevano la necessità del ritorno degli ebrei in Palestina, inquadrando tale avvenimento nel contesto di un puntuale adempimento di profezie bibliche. (Per approfondimenti si elencano ulteriori fonti comprovanti l’esplicito favore dei vertici geovisti nei confronti dell’ideologia sionistica: J.F. Rutherford, Liberazione, Brooklyn 1926, p. 233; J.F. Rutherford, La Creazione, Brooklyn 1927, p. 298; J.F. Rutherford, Vita, Brooklyn 1929, pp. 126-153).
Dalla cospicua documentazione disponibile è evidente che, nei primi decenni del Novecento, sia Russell sia Rutherford avevano insegnato che:
- il ritorno degli ebrei in Palestina era un segno che allora si viveva nel “tempo della fine”;
- Dio aveva profetizzato il ritorno del popolo eletto in Palestina e al momento giusto lo aveva guidato;
- gli Studenti Biblici–Testimoni di Geova avevano il compito di spiegare al mondo questa profezia, la quale non poteva assolutamente essere compresa in maniera simbolica.
Come ammette La Torre di Guardia del 1° aprile 1985, pp. 21-22, «Fino all’anno 1929 i componenti dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici pensavano che gli ebrei naturali fossero ancora il popolo eletto di Dio, che sarebbero stati riportati in Palestina come non credenti, che lì sarebbero stati convertiti a Gesù Cristo quale promesso Seme di Abraamo e che sarebbero quindi divenuti la nazione guida della terra per benedire l’umanità intera». Quindi, per anni, Russell e Rutherford si distinsero per il loro esplicito appoggio al sionismo.
Eppure, improvvisamente, Rutherford ripudiò i propri convincimenti sionistici senza dare alcuna spiegazione di questo repentino cambiamento d’opinione; infatti, nel 1932, Rutherford annunciò che “l’Israele carnale” non svolgeva alcun ruolo nella storia della salvezza, scrivendo: «Gli ebrei furono cacciati dalla Palestina … perché avevano rigettato Cristo Gesù … Fino ad oggi gli ebrei non si sono pentiti di tale atto criminale perpetrato dai loro antenati. Molti di loro sono ritornati in terra di Palestina, ma sono stati indotti a farlo per egoismo o per ragioni sentimentali.» (J.F. Rutherford, Vindication, vol. 2, Brooklyn 1932, pp. 257-258).
A prescindere da quanto si legge nella Dichiarazione dei fatti e nella lettera della Torre di Guardia a Hitler del 1933, si possono citare altre fonti geoviste a dimostrazione che Rutherford e i suoi più stretti collaboratori non si facevano scrupolo di mostrare atteggiamenti antisemiti negli anni Trenta e Quaranta.
Nel 1934 Rutherford realizzò un opuscolo che includeva “sette trattati biblici”, il primo dei quali si intitolava “Ebrei”. Tra le altre cose che si trovano in questo trattato, il secondo Presidente della Società Torre di Guardia scrisse: «Le Scritture offrono abbondanti prove che durante il regno millenario di Cristo Gesù … le nazioni della terra che si mostreranno obbedienti alla legge di quel regno, saranno portate a una condizione di vita perfetta sulla terra. Spesso si è detto che tutti coloro che saranno benedetti dal regno sotto Cristo devono diventare ebrei. Le Scritture non sostengono conclusioni del genere, invece, al contrario, dimostrano che la norma è esattamente il contrario. L’erronea conclusione è stata raggiunta a causa di un’impropria applicazione delle Scritture. Il popolo attualmente esistente, che è noto come gli ebrei, è una nazione dedita al commercio. Tra costoro si annoverano alcuni tra gli uomini più ricchi e avari che il mondo abbia mai conosciuto. Alcuni esponenti dell’alta finanza sono chiamati ebrei. Molti di questi sono assai arroganti, presuntuosi ed estremamente egoisti. Hanno poca o nessuna fede nella Parola di Dio e non credono per nulla che il Signore Gesù Cristo sia il Salvatore dell’umanità. Non appare assolutamente ragionevole che, all’inizio delle benedizioni terrene del regno, il Signore estenda il suo iniziale favore a una siffatta nazione. Ciò non è scritturale. Al contrario, le Scritture dimostrano che questo popolo, attualmente noto come gli ebrei, affronterà durante il regno di Cristo tempi più difficili di quelli riservati a molte altre nazioni.» (J.F. Rutherford, Favored People, Brooklyn 1934, pp. 4-5; corsivo aggiunto.).
Circa quattro anni dopo, nel 1938, Rutherford ebbe l’improntitudine di scrivere quanto segue: «La “religione ebraica” (Galati 1:13,14) causò la vergognosa crocifissione di Gesù Cristo, l’assassinio di Stefano e l’estesa e maligna persecuzione di numerosi cristiani, discepoli di Gesù Cristo. (Atti 9:1-13) Gesù Cristo denunciò la pratica della religione ebraica come una frode e i suoi praticanti come ipocriti. Fu la pratica della religione ebraica a causare la totale distruzione di Gerusalemme e dell’intera nazione d’Israele, e a quella nazione non fu più consentito, né lo sarà mai, di esistere come nazione. I religionisti ebrei continuano a praticare la propria religione, tuttavia è evidente che essa non offre alcuna speranza per l’umanità.» (J. F. Rutherford, Cure, Brooklyn 1938, p. 6).
Fu però con il libro Nemici (Brooklyn, 1937), che Rutherford superò se stesso in quanto a fanatismo. Per usare le parole dello storico James Penton, questo libro non era quasi altro che una serie di dispute contro chiunque e qualsiasi cosa che non fossero associati ai Testimoni di Geova; Rutherford vi scriveva, alle pp. 237-238, caustiche osservazioni riguardanti sia il “clero” protestante che quello “giudaico”, riferendosi a costoro con disprezzo, definendoli “gonzi scimuniti”.
È di tutta evidenza il fatto che l’antisemitismo geovista si fondava sul pregiudizio religioso. Ma quali possono essere state le ragioni di questo improvviso quanto imprevedibile cambiamento di posizione ideologica da filo-sionista ad antisemita?
Innanzitutto, anche quando esprimeva pieno sostegno al sionismo, Rutherford non riusciva a nascondere la sua disapprovazione per gli ebrei non religiosi e per il “clero” ebraico, mentre guardava con simpatia i “giudei ortodossi” (J.F. Rutherford, Vita, Brooklyn 1929, pp. 51-52). Inoltre, tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta, l’antisemitismo aveva fatto capolino negli Stati Uniti e in Canada, mentre – in coincidenza con l’inizio della Grande Depressione nel 1929 – si era delineata la possibilità che il nazismo, con la sua feroce carica di razzismo e antisemitismo, potesse assumere il potere in Germania. Per giunta, alcuni ultranazionalisti tedeschi avevano cominciato a sostenere pubblicamente che i Bibelforscher rappresentavano un supporto alla “cospirazione giudaica mondiale”: fin dal 1923 il teorico nazista Alfred Rosenberg attaccò i Bibelforscher accusandoli di agire per conto di un “complotto internazionale ebraico-comunista”; nel 1925 August Fetz pubblicò un libro intitolato “La distruzione mondiale ad opera dei Bibelforscher e degli ebrei”. Perciò è comprensibile che Rutherford si preoccupasse di prendere le distanze dall’ebraismo in ogni modo possibile, anche rinnegando la posizione filo-sionistica, tanto pubblicizzata in precedenza.
Che questo spirito antisemita sia durato ben oltre la morte di Rutherford è dimostrato dal fatto che, un anno dopo la fine della seconda guerra mondiale, i vertici geovisti pubblicarono il libroSia Dio riconosciuto verace, (edito in inglese nel 1946 e in italiano nel 1949), che a p. 206 attribuiva agli stessi ebrei “gran parte delle loro sofferenze” a causa della loro “condotta affaristica e ribelle”. Questa posizione non è stata rinnegata dal geovismo, il quale ha successivamente precisato, nel periodico La Torre di Guardia del 1° giugno 1976, p. 334: «Fino a questo giorno i naturali, circoncisi Giudei subiscono le tristi conseguenze delle opere delle tenebre che millenovecento anni fa si compirono nella loro nazione. Ciò illustra quello che può accadere a un’intera nazione che viene a trovarsi sotto l’influenza di quell’invisibile intelligenza sovrumana, Satana il Diavolo».
Achille Aveta