Il Testimone di Geova medio è incapace di autodeterminarsi e di fare delle scelte autonome, egli è paralizzato nelle sue azioni e non fa niente se prima non consulta la Torre di Guardia per sapere cosa può fare e cosa non può fare. I Testimoni di Geova, infatti, vivono in una gabbia di regole e divieti. Perché? Secondo me, ciò accade perché i modelli comportamentali del mondo geovista sono uguali a quelli di una società primitiva.
Quali sono le caratteristiche peculiari di una società primitiva? Una descrizione dettagliata ce la fornisce il sociologo francese Emile Durkheim (1858-1917): «Ogni trasgressione ai divieti è sentita come una minaccia dall’intero gruppo sociale che reagisce duramente applicando le norme di un diritto essenzialmente penale. La devianza dalle regole appare criminosa. Non solo nel caso dell’infrazione, ma anche in quello dell’astensione. Per esempio chi non pratica il rituale viene considerato un attentatore. La regolamentazione della condotta è minuta. Incappano nelle sanzioni penali molti di quegli aspetti della vita quotidiana che oggi sono ritenuti irrilevanti. La legislazione delle città antiche offre una casistica interessante: a Locri era vietato bere vino puro, Sparta fissava la lunghezza dei capelli delle donne e obbligava gli uomini a tagliarsi i baffi, mentre a Rodi non ci si poteva tagliare la barba. Particolarmente dettagliate erano le prescrizioni nell’ambito della vita familiare, economica, sessuale e religiosa.» (F. Ravaglioli, Profilo delle teorie moderne dell’educazione, Roma, l979).
Questa descrizione di Emile Durkheim si attaglia esattamente al mondo arcaico dei Testimoni di Geova. In esso la regolamentazione della condotta è particolarmente minuziosa e pedantesca; tutte le attività quotidiane sono rigidamente scandite, predeterminate dal Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, molte azioni e comportamenti che sono considerati del tutto normali e legittimi nella società moderna, nel geovismo sono ritenuti scorretti, non appropriati per un cristiano e quindi proibiti. L’ordinamento draconiano dei Testimoni di Geova ci offre un’interessante casistica:
– Se a Rodi era vietato tagliarsi la barba, nel geovismo è vietato farsela crescere (La Torre di Guardia del 15 settembre 1968 pp. 575-576; e del 1° febbraio 1976 p. 85).
– In un matrimonio geovista è vietato mettere confetti nei sacchetti delle bomboniere (Il Ministero del Regno del luglio 1967), usare le popolari marce nuziali, lanciare del riso sugli sposi (La Torre di Guardia del 15 agosto 1961 p. 511), la sposa non può gettare il suo mazzo di fiori alle damigelle d’onore (La Torre di Guardia del 1° aprile 1965 p. 223).
– É vietato fare un brindisi o fare cin cin (La Torre di Guardia del 1° ottobre 1968 p. 607; del 15 aprile 1994 p. 28; Svegliatevi! dell’8 giugno 1985 p. 27).
– É vietato avere in casa per ornamento delle maschere (Svegliatevi! dell’8/8/1995 p. 24).
– É vietato lavorare in ditte che producono articoli natalizi (Il Ministero del Regno del marzo 1974; per un’analisi dettagliata dei lavori che i Testimoni di Geova possono o non possono fare si consiglia la lettura del succitato Ministero del Regno e di quello dell’ottobre 1976).
– É vietato leggere letteratura edita da altre organizzazioni religiose e scritti di ex Testimoni di Geova (La Torre di Guardia del 15 agosto 1984 p. 3l; del 1° dicembre 1983 p.15; del 15 marzo 1986 p.12; del 1° luglio 1994 pp. 8-13).
– É vietato avere amici che non sono Testimoni di Geova (le citazioni al riguardo sono numerosissime, ne menziono solo alcune: La Torre di Guardia del 15 luglio 1991 p. 23; del 15 gennaio 1991 p. 27; del 15 aprile 1993 pp 15-16; del 1° luglio 1993 p. 22).
– Fino a qualche anno fa era perfino vietato giocare a carte (Il Ministero del Regno dell’agosto 1974).
– É vietato festeggiare il compleanno (La Torre di Guardia del 1° settembre 1992 pp. 30-31; I Testimoni di Geova e la scuola, pp 17-18).
– É vietato festeggiare la festa del papà e della mamma (I Testimoni di Geova e la scuola, p. 21; Svegliatevi! dell’8 ottobre 1956 pp. 24-26; Ragioniamo … p. 150).
– É vietato partecipare alle elezioni scolastiche e fare il capoclasse (I Testimoni di Geova e la scuola, p. 16).
– É vietato partecipare ad attività extrascolastiche come attività sportive organizzate (I Testimoni di Geova e la scuola, pp. 22-23).
– É vietato fare l’animatrice in una gara sportiva o la reginetta in un concorso di bellezza (I Testimoni di Geova e la scuola, p. 23).
– É vietato partecipare a balli studenteschi (I Testimoni di Geova e la scuola, p. 24).
– É vietato recitare il Padrenostro con persone di un’altra fede (I Testimoni di Geova e la scuola, pp. 26-27).
Queste sono soltanto un campione ristretto di regole scelte a caso in una massa pressoché sterminata di norme e divieti ai quali i Testimoni di Geova si devono attenere scrupolosamente nella vita di ogni giorno. Rileggendo brevemente il summenzionato elenco di divieti geovisti ci chiediamo: Perché i Testimoni di Geova non possono festeggiare il compleanno o la festa della mamma, o non possono fare un brindisi e tante altre cose? Perché secondo il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova queste pratiche avrebbero un’origine pagana. Questa bizzarra interpretazione trascura elementi importanti:
una certa celebrazione può avere un particolare significato per chi la vive in un preciso tempo ed in un determinato luogo, ma un significato del tutto diverso per chi la celebra in un altro posto o in un’altra epoca;
un’usanza religiosa pagana può perdere il suo significato religioso arcaico.
In definitiva, di cosa deve interessarsi primariamente il cristiano? Non di quello che una certa festa poteva significare migliaia d’anni fa o di come potrebbe essere considerata dall’altra parte del mondo ma di ciò che essa significa oggi per la maggioranza delle persone nel luogo in cui vive.
La posizione arcaica assunta dal Corpo Direttivo risulta ancora più assurda quando viene confrontata con quanto detto in una recente Torre di Guardia: «I cristiani devono evitare le pratiche che sono in contrasto con la verità della Bibbia. (2 Cor. 6:14-18) Tuttavia, ogni genere di oggetti, forme e pratiche, in qualche tempo o in qualche luogo, hanno avuto un’interpretazione falsa o sono stati legati ad insegnamenti antiscritturali. Gli alberi sono stati adorati, la forma del cuore è stata considerata sacra e l’incenso è stato usato in cerimonie pagane. Significa questo che il cristiano non debba mai usare incenso o indossare gioielli a forma di cuore? Non è corretto trarre una simile conclusione. Il vero cristiano dovrebbe chiedersi: Seguendo una determinata usanza indicherei ad altri di avere adottato credenze o pratiche antiscritturali? La risposta potrebbe dipendere dal periodo di tempo e dal luogo in cui si vive. Un’usanza (o simbolo) potrebbe aver avuto un significato legato alla falsa religione migliaia d’anni fa, oppure potrebbe averlo oggi in un paese distante. Ma senza dover fare lunghe ricerche, chiedetevi: “qual è il punto di vista nel luogo in cui vivo?”» (La Torre di Guardia del 15 ottobre 1991 p. 31; vedi anche l’edizione del 1° novembre 1972 pp. 647-649; Svegliatevi! dell’8 giugno 1977 pp. 12-15).
Allora il Corpo Direttivo riconosce che ci sono delle differenze culturali fra una società moderna e una società primitiva! Riconosce che c’è stata un’evoluzione culturale negli usi e costumi dei popoli! E allora perché si ostina a far vivere i suoi gregari in una società primitiva?
Nelle società primitive le trasgressioni ai divieti venivano severamente punite, in esse venivano applicate le norme di un diritto essenzialmente penale. Anche i Testimoni di Geova hanno un loro “codice penale”, intitolato “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge”, nel quale sono elencate le trasgressioni più gravi per le quali è prevista l’espulsione dal gruppo (vedi l’edizione del 1991, pp. 92-96;131-142).
Da questo “codice penale” geovista si evince che una persona è passibile di disassociazione non solo se commette un peccato grave, chiaramente condannato dalla Bibbia e dalle leggi dello Stato, come omicidio, furto, adulterio, ecc. ma anche per questioni insignificanti come svolgere un lavoro per un’altra organizzazione religiosa (ad esempio, eseguire una riparazione in una Chiesa; per maggiori dettagli si veda Il Ministero del Regno del marzo 1974 e dell’ottobre 1976) o sostenerla finanziariamente (ad esempio, dando l’8 per mille alla Chiesa Cattolica o ad altre Chiese, si veda la circolare interna datata 25 febbraio 1990), celebrare una festa (Natale, Capodanno, Carnevale, Pasqua, S. Valentino, Commemorazione dei defunti e qualsiasi altra festa religiosa o civile), possedere un oggetto o un quadro religioso, un biglietto della lotteria, votare alle elezioni politiche, prestare il servizio militare e quello civile sostitutivo, affittare un terreno sul quale verrà coltivato tabacco o lavorare per una ditta che fabbrica e distribuisce prodotti del tabacco, avere una tabaccheria o gestire un negozio nel quale tra le altre cose si vendono le sigarette.
Questa è la società primitiva nella quale vivono i Testimoni di Geova. E pensare che in essa vivono 5 milioni di schiavi; peccato che essi abbiano rinunciato alla loro libertà cristiana per vivere in un mondo privo di libertà. Possano i Testimoni di Geova, che leggeranno queste pagine, riflettere sulle seguenti parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati per farci vivere effettivamente nella libertà. State dunque saldi in questa libertà e non ritornate ad essere schiavi”.
Jonathan Livingston (Pseudonimo di un Testimone di Geova dissidente)