Se poneste la domanda contenuta nel titolo di quest’articolo a un Testimone di Geova, costui risponderebbe che ognuno è “libero di scegliere” se sottoporsi o no a emoterapie. Ma una siffatta risposta è un vero e proprio stratagemma linguistico per il fatto che ai Testimoni di Geova viene attualmente consentito di accettare solo alcuni emoderivati, sui quali non è stato posto il veto dai vertici del Movimento con lo spauracchio dell’ostracismo derivante dall’esclusione dal gruppo.
La pressione ad adeguarsi alle norme del gruppo in materia di emoterapie è evidente anche dalla lettura di circolare inviata ai responsabili delle comunità italiane e datata 9 febbraio 2010. Nella p. 1 di questa circolare era scritto: «In base ai dati disponibili emerge che, rispetto al passato, una percentuale maggiore di fratelli accetti la somministrazione del sangue o non compia i passi preventivi per evitare di trovarsi in situazioni estreme, in cui la terapia trasfusionale risulta essere l’unico rimedio praticabile.» Quindi, alla p. 2 di quella stessa circolare, a proposito degli argomenti da trattare nelle adunanze di congregazione, si raccomandava agli “anziani” geovisti: «Quando il materiale si presta, durante i punti notevoli della Bibbia o quando svolgete altre parti, può essere efficacemente illustrato che la profondità della nostra relazione con Geova è indicata anche dal modo in cui rispettiamo il suo punto di vista circa la santità del sangue.» Quindi si suggeriva, tra l’altro, che le famiglie geoviste esaminassero con molta attenzione le istruzioni impartite dai vertici dell’Organizzazione sul tema della “santità del sangue”.
A questo proposito è utile leggere ciò che gli ideologi del Movimento intimano ai genitori di fede geovista: «I padri cristiani sono obbligati a insegnare questa legge e a farla rispettare per quanto riguarda i figli minorenni, poiché secondo la legge di Dio i padri sono i guardiani spirituali e religiosi come pure i custodi domestici e paterni dei figli minorenni … Giustamente cercano di proteggere i loro figli affinché non prendano entro di sé sangue estraneo» (La Torre di Guardia del 1° giugno 1968, p. 337). Inoltre, si chiede ai genitori Testimoni: «avete fatto tutti i passi ragionevoli per proteggere i vostri figli piccoli da una trasfusione di sangue? Come reagirebbero i vostri figli davanti alla prospettiva di una trasfusione? Avete discusso come famiglia cosa potreste fare per affrontare efficacemente una situazione di emergenza in cui c’è il rischio che venga praticata una trasfusione? … Se i genitori trascurano queste responsabilità, può succedere che ai figli venga praticata una trasfusione nel corso di un trattamento medico. Cosa si può fare per evitarlo? … dovete essere fermamente risoluti a rifiutare il sangue per voi e per i vostri figli» (citazione dal mensile geovista Il Ministero del Regno di settembre 1991, p. 3).
É evidente che ai genitori Testimoni di Geova viene detto di fare di tutto per impedire ai propri figli minorenni di assumere sangue. Per genitori e figli, quindi, non si tratta di una libera scelta o di una questione di coscienza, piuttosto è un obbligo, come dice chiaramente la letteratura geovista appena citata. In sostanza, il Direttivo mondiale geovista spiega cosa fare: «se avete figli, siete sicuri che sono d’accordo con il punto di vista biblico sulle trasfusioni e che sono in grado di spiegarlo? Credono veramente che questa è la volontà di Dio? Sono convinti che violare la legge di Dio sarebbe così grave da poter mettere a repentaglio le prospettive di vita eterna di un cristiano? I genitori saggi esamineranno queste cose con i figli, siano essi giovanissimi o quasi adulti. I genitori possono ipotizzare situazioni in cui ciascun giovane deve rispondere a domande che gli potrebbero essere fatte da un giudice o da un funzionario ospedaliero» (La Torre di Guardia del 15 giugno 1991, p. 18). Che dire degli effetti pratici di queste indicazioni? In sostanza, si sta raccomandando ai genitori di fede geovista di tenere con i propri figli dei corsi di addestramento affinché questi ultimi siano capaci, in condizioni di pressione emotiva, di convincere le autorità – medici e magistrati – di essere autonomi in una scelta dalla quale può dipendere la loro vita. E per imparare bene la lezione devono essere perfino fatte delle prove, come in un teatro, ipotizzando “situazioni in cui ciascun giovane deve rispondere a domande”.
Sulla base di queste istruzioni, c’è da temere seriamente che i genitori geovisti finiscano per sottoporre i figli, fin da piccoli, a un vero e proprio indottrinamento che, anche successivamente, potrà impedire loro di decidere autonomamente. Infatti, quale certezza si può avere che questi genitori saranno disposti a spiegare ai propri figli la storia del divieto di emoterapia con riferimento ai contenuti che il Corpo Direttivo geovista ha impartito agli affiliati? Sapranno mai questi figli minorenni che quando, oltre sessant’anni fa (cf La Torre di Guardia del 15 luglio 1961, pp. 446-448), fu ufficializzato il divieto di trattamenti emoterapici per i Testimoni di Geova, questo veto si estendeva anche agli emoderivati attualmente consentiti oltre che al sangue intero?
Verrà mai detto a questi ragazzi che, col tempo, i vertici geovisti hanno ulteriormente circoscritto il contenuto di questo generale divieto iniziale? Infatti, com’è illustrato nella tabella seguente, nel corso degli anni, gli ideologi del Movimento si sono progressivamente astenuti dal sanzionare i Testimoni di Geova che accettavano alcune frazioni del sangue (come l’albumina, i fattori della coagulazione, le gammaglobuline ecc.), prima vietate dal pronunciamento contenuto in La Torre di Guardia del 1° marzo 1962, p. 143, dov’era scritto: «si tratti di sangue intero o di frazioni di sangue, sia il sangue stato preso dal proprio corpo o da quello di un altro, se è somministrato mediante trasfusione o iniezione, la legge divina ha vigore. Dio non ha dato all’uomo il sangue perché ne faccia uso come fa uso di altre sostanze; egli esige rispetto per la santità del sangue».
Oggetto del divieto | Fonte geovista contenente il divieto |
Pietanze con il sangue come ingrediente | La Torre di Guardia del 1° marzo 1962 |
Carne di animali soffocati (non dissanguati) | La Torre di Guardia del 1° marzo 1962 |
Alimenti per la cui preparazione vengono utilizzati sangue o emoderivati: paté, sanguinacci, wurstel, insaccati, scatolame, pasta e pane con “farina secca di plasma”, tonici e compresse contenenti emoglobina | La Torre di Guardia del 1° marzo 1962 |
Pesci e insetti non debitamente dissanguati | La Torre di Guardia del 15 luglio 1962 |
Gli animali domestici non vanno trasfusi né alimentati con cibo a base di emoderivati | La Torre di Guardia del 15 ottobre 1964 |
Fattori coagulanti per la cura dell’emofilia | Svegliatevi! dell’8 agosto 1975 |
Uso delle sanguisughe per scopi terapeutici | La Torre di Guardia del 15 novembre 1982 |
Fertilizzanti e concimi contenenti sangue, “prodotti la cui etichetta indica la presenza di sangue, plasma sanguigno, plasma, globina (o globulina), o ferro ricavato dall’emoglobina (o dalla globina)” | La Torre di Guardia del 15 ottobre 1992 |
La prima eccezione – secondo la quale gli anticorpi derivati dal sangue (come quelli del tetano, della rabbia e dell’avvelenamento da serpente) potevano essere accettati in base al giudizio individuale – risale agli inizi degli anni Sessanta e venne confermata da La Torre di Guardia del 1° dicembre 1974, pp. 735-736, dove si leggeva: «Si può pertanto vedere che i sieri (a differenza dei vaccini) contengono una frazione di sangue, benché piccolissima … che dire dunque dell’impiego di un siero contenente solo una minuta frazione di sangue e impiegato allo scopo di fornire una difesa supplementare contro qualche infezione e non impiegato allo scopo di svolgere la funzione svolta normalmente dal sangue che è quella di sostenere la vita? Crediamo che in questo caso debba decidere la coscienza di ciascun cristiano».
Inoltre, i vertici del geovismo non hanno finora autorizzato i Testimoni a conservare il proprio sangue in vista di un intervento chirurgico programmato (sangue autologo preoperatorio), poiché credono che il sangue, una volta fuori dal corpo, diviene impuro (La Torre di Guardia del 15 maggio 1960, p. 319); perciò i Testimoni di Geova credono che, quando il sangue lascia il corpo, esso non dovrebbe essere più usato, ma andrebbe versato per terra (La Torre di Guardia del 1° novembre 1978, p. 30). Nel 1972 gli ideologi geovisti applicarono questa credenza all’emodiluizione intraoperatoria (recupero di sangue e ritrasfusione, opzioni appropriate quando ci si attende una grossa perdita di sangue da un particolare intervento chirurgico, un complemento essenziale nel trattamento di vittime di traumi) e mise al bando tale tecnica (Svegliatevi! del 22 settembre 1972, pp. 28-29). Tuttavia, nel 1982, i vertici del Movimento approvarono la pratica dell’emodiluizione in quanto ora consideravano le apparecchiature adoperate come un’estensione del sistema circolatorio (Svegliatevi! del 22 novembre 1982, p. 25; si veda pure La Torre di Guardia del 1° marzo 1989, pp. 30-31).
Ma c’è dell’altro. Sapranno mai i figli dei Testimoni di Geova l’andirivieni di direttive subito dagli affiliati emofiliaci? Inizialmente a costoro era permesso di ricevere un trattamento basato sul fattore VIII, in quanto esso era considerato alla stregua di un farmaco e non di nutrimento a base di sangue; ma successivamente, nel 1975, fu stabilito che i Testimoni emofiliaci non potevano più ricevere alcun elemento coagulante, incluso il fattore VIII (Svegliatevi! dell’8 agosto 1975, p. 29). Poi tornare sui propri passi, l’Organizzazione pubblicò una veduta nuovamente favorevole all’uso dei fattori di coagulazione (La Torre di Guardia del 1° novembre 1978, pp. 29-31).
Per giunta, negli anni Ottanta (Svegliatevi! del 22 novembre 1982, p. 25), il geovismo autorizzò l’uso di frazioni di plasma (come le immunoglobuline e l’albumina) e dal 2000 (La Torre di Guardia del 15 giugno 2000, p. 30) ha tollerato l’uso di componenti dei globuli rossi e del plasma.
In definitiva, verrà mai detto ai fanciulli, figli di Testimoni di Geova, che col tempo il veto espresso su diverse frazioni ematiche è stato revocato senza alcuna dettagliata argomentazione che permettesse agli affiliati di comprendere le ragioni di scelte che, per anni, hanno causato sofferenze a non pochi Testimoni di Geova?
Tenuto conto dei continui cambiamenti finora intervenuti riguardo all’oggetto del veto sull’emoterapia, è possibile che le frazioni ematiche attualmente vietate [globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, plasma (siero)], diverranno accettabili nel giro di qualche anno; perciò, come possono i Testimoni essere certi che la posizione assunta dal loro Direttivo mondiale rappresenti correttamente la “volontà di Dio” sull’argomento? Quindi, vale la pena di mettere a repentaglio la vita propria e quella dei figli minori per una questione così controversa? Si discuterà mai di questi legittimi dubbi nel corso delle sedute di indottrinamento tra genitori e figli di fede geovista?
C’è da augurarsi che questi ragazzi possano riflettere sulla seguente dichiarazione, tratta da una lettera della filiale romana del Movimento geovista: «Perché allora chi si fa trasfondere per esempio un concentrato di emazie può essere disassociato mentre chi si fa praticare un siero antivipera no? Perché attualmente il Corpo Direttivo ritiene di potersi assumere la responsabilità di intervenire nei confronti di chi accetta una trasfusione di sangue in toto o di qualcuno dei principali ed immediati componenti del sangue, mentre non ritiene di dover intervenire nei confronti di chi si limita a prendere una frazione di una frazione».
Se la conoscenza di quanto precede (e di altro ancora) non verrà loro resa disponibile – in quegli incontri familiari preparatori, raccomandati dal Movimento – come potranno i figli dei Testimoni di Geova capire che non è la Bibbia, ma il Corpo Direttivo mondiale che stabilisce fin dove il Testimone di Geova può spingersi nel tutelare il proprio diritto alla vita o quello dei figli minorenni?
Achille Aveta (testo aggiornato nell’ottobre 2022)